In Irpinia si parla di valorizzazione, di territorio, di unità e ambiente. Elementi collegati non solo da intenti comuni fra le parti ma, nel senso letterale del termine, da una tratta ferroviaria: la tanto discussa Avellino-Lioni-Rocchetta che da troppo tempo, ormai, è abbandonata a se stessa.
Oltre alla finalità turistica, Mitrione sottolinea anche l’utilità della tratta per i semplici spostamenti: “Si parla di Alta Capacità e di come questa consentirebbe una riduzione netta delle distanze tra Salerno, Avellino e Benevento. Con l’Avellino – Rocchetta si creerebbe un’ulteriore asse di penetrazione nel territorio che accorcerebbe ancor di più le distanze dei paesi da Avellino. Un vantaggio, insomma, per tanti giovani che non dovranno più trasferirsi per lavoro ma potranno restare nei propri paesi”.
In risposta al Presidente di In Loco Motivi, il sindaco di Cassano Irpino Salvatore Vecchia che ha replicato all’accusa fatta da Mitrione ai sindaci di essere rimasti indifferenti alla faccenda: “I sindaci irpini sono stati distratti, il primo ad ammetterlo sono io. La verità è che non ci credevamo molto, soprattutto a causa del campanilismo diffuso sul territorio. In questi anni, tra noi sindaci, classe dirigente e cittadini è cresciuta una nuova sensibilità. Insomma, a furia di dirlo stiamo finalmente riuscendo a fare sistema.”
L’intervento del primo cittadino si è poi spostato sulla ferrovia che oltre alle possibilità ha anche delle criticità. L’invito, dunque, è di rimanere con i piedi per terra: “La tratta ferroviaria in questione, così come ricordato da chi l’ha percorsa, è uno zig-zag tra i paesi; un percorso concepito e adatto ai tempi che furono. Parlare di mobilità, quindi, mi sembra poco appropriato. Parlerei, piuttosto, esclusivamente di turismo. La tratta permetterebbe al territorio, da questo punto di vista, di offrirsi nel suo insieme. Il treno, che nell’immaginario di tutti percorre lentamente i binari “sbuffando”, viaggerebbe attraverso i nostri paesaggi a disposizione dei turisti e, perché no, anche nostra che siamo fin troppo abituati a vedere le nostre montagne e a non soffermarci ad ammirarli.
L’Avellino – Rocchetta, allo stesso tempo – ha concluso -, necessita di molto lavoro e, di conseguenza, di ingenti investimenti. Qui entrerebbe in gioco il Progetto Pilota attraverso cui capire quale debba essere lo sviluppo di questa tratta, il finanziamento necessario per i lavori di ristrutturazione e la messa a disposizione di risorse per la costante manutenzione che richiede”.
“O ci si salva tutti o non si salva nessuno – ha esordito il sindaco di Castelfranci Generoso Cresta -; se la tratta ferroviaria dovesse riattivarsi, ci impegneremo tutti ad offrire delle alternative turistiche e culturali. Il tutto, concedendo un’accelerazione della spesa e una responsabilizzazione dei sindaci che, più di ogni altri, conoscono il proprio territorio. Questo, ovviamente, dovrà essere fatto con i dovuti controlli per non lasciare libero spazio a chi intenderà approfittarne a discapito della propria cittadina”.
Presente al tavolo anche l’avvocato Pacifico, da sempre grandissimo sostenitore della riattivazione dell’Avellino – Rocchetta: “Non sono un nostalgico, semplicemente credo nella riuscita di questo progetto. Dopo tante battaglie, sono certo che grazie a questa classe dirigente in Regione e al Governo potremo riavere il nostro treno”.
Ad onorare il tema dell’incontro il regista irpino Giambattista Assanti, in corsa per il David di Donatello con il film “Ultima Fermata” che, con protagonista Claudia Cardinale, omaggia la tratta ferroviaria: “La soddisfazione maggiore ottenuta con il nostro film è la consapevolezza con cui è stato realizzato, poter raccontare la ferrovia aldilà della politica. Il cinema può dare solo indicazioni, non risposte. Quelle sono affidate alla politica. Qualunque sia il risultato che otterremo ai David, quanto fatto è tutto merito nostro, dei nostri sindaci e delle associazioni”.
Le possibilità che l’Avellino – Rocchetta riattivi e stimoli il turismo irpino è elevata, soprattutto grazie alle nuove possibilità che il turismo stesso offre oggi: “I tempi sono maturi, non c’è momento migliore di questo per riattivare la tratta ferroviaria. C’è un turismo nuovo – ha spiegato la senatrice Anna Donati, presidente onorario Co.Mo.Do. – , tutto europeo, con cui il viaggio è un’esperienza unica e personale. La ferrovia non è più soltanto spostamento. Con il treno, dunque, ci vuole la promozione delle unicità del territorio. Il turismo, ormai, chiede questo: percorsi a piedi, in bici, e in treno. Esistono attualmente – ha concluso la senatrice – ben 1200 km di ferrovie sospese, quasi tutte in aree interne molto belle. Noi del Co.Mo.Do. chiediamo il riavvio di tutte queste ferrovie dimenticate attraverso leggi che finanzino e avviino i progetto con una gestione regolamentata”.
A seguito dell’intervento della senatrice Donati, l’onorevole Pd Luigi Famiglietti che ha dato maggiori dettagli sullo ripristino della tratta: “Sono orgoglioso di aver riproposto la legge Donati in Parlamento. Pochi giorni fa abbiamo incontrato a Roma Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione FS, e il vicepresidente della Regione Bonavitacola. Per Cantamessa, il percorso storico a scopo turistico durerebbe circa 3 ore e sarebbe preferibile iniziare i lavori sulla Lioni – Rocchetta dove si viaggia più facilmente. Ciò richiederebbe un costo complessivo di 20 milioni di euro tra revisione, passaggi a livello e interventi sui danni causati dal dissesto idrogeologico. Il turismo ‘slow and food’ – ha aggiunto – è in crescita, l’Irpinia dovrebbe puntare anche al coinvolgimento di investitori privati nel settore vitivinicolo. Il decreto di dismissione di cui si stava parlando in autunno non è stato più firmato; ad oggi stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa tra Regione Campania e Fondazione FS in cui quest’ultima farebbe da stazione appaltante“.
A concludere l’incontro la Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio che ha parlato, oltre che del turismo, anche dell’aiuto che la tratta darebbe al trasporto merci tra le aree industriali: “Con il vicepresidente Bonavitacola abbiamo da subito concordato sulla necessità di lavorare, anche coinvolgendo gli imprenditori, alla riapertura della ferrovia. Facciamo i conti con un turismo molto cambiato rispetto al passato e i nostri territori hanno tanto da offrire non solo con la presenza di borghi ma anche con l’unica stazione sciistica del Sud e con il vasto patrimonio di vigneti. La battaglia di qualche anno fa partiva dalle aree industriali che sono quasi tutte vicine alla ferrovia e stavamo considerando con Bonavitacola se fosse possibile, in alcuni periodi dell’anno e per dei tipi particolari di merci, di utilizzare il trasporto su ferro. Quanto alla ciclovia dell’Acquedotto Pugliese – ha concluso la D’Amelio -, ho chiesto si partisse da Cassano anziché da Caposele per valorizzare tutta la risorsa acqua.”
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