Lo ammettiamo, a leggere la classifica sulla qualità della vita nelle province italiane viene da piangere. Non che la posizione di Avellino stupisca più di tanto – intendiamoci – soprattutto perché non siamo mai stati nella colonna sinistra. Ma se pensiamo che dietro di noi siano posizionate realtà con punti di forza che noi non avremo mai (Siracusa per esempio, giusto per non citare contesti troppo diversi per tipologia e dimensione come Napoli, Palermo e Catania), lo sconforto cresce. Lo scrive anche ItaliaOggi che ha pubblicato i dati. “Catania, Napoli, Siracusa e Palermo: cinque province ricche di bellezze architettoniche e naturali che non riescono a fare il salto di qualità“. E immaginiamo per un attimo che su ambiente e criminalità le cose fossero andate solo leggermente peggio per Avellino e provincia! Avremmo rischiato di trovarci in fondo alla classifica. Senza appello, senza scuse, senza se e senza ma. Qualcuno dirà che queste statistiche non hanno senso. Che “sempre meglio vivere a Palermo (106esimo posto) che a Trento“. Ma le ricerche non tengono conto delle sensazioni, si sa.

La provincia di Avellino è in fondo su quesi tutti i parametri. Qualità della vita insufficiente. Come risulta insufficiente in tutta la Campania, in quasi tutta la Sicilia a eccezione di Ragusa. Come nella Puglia centrale (che pure ha molti punti di forza) e la Calabria meridionale. Si può migliorare? A scorrere i dati ci soffermiamo su due sotto-parametri alla voce “Ambiente”. Siamo 90esimi per verde pubblico in provincia. 101esimi se pensiamo solo alla città di Avellino. Insomma, viene meno anche il “vanto” della provincia rispetto al capoluogo. E ancora, piste ciclabili: provincia di Avellino alla posizione 102. Ecco, qui i miglioramenti sarebbero possibili in poco tempo.

Dati discordanti, rispetto all’allarme degli ultimi anni, arrivano sulla criminalità. La provincia di Avellino resta una zona relativamente tranquilla rispetto alla media. Dove si potrebbe migliorare è nel tempo libero, ma c’è sempre il circolo vizioso. Senza gente non c’è investimento. Per strutture dedicate al tempo libero restiamo nei bassifondi, in giù anche per numero di alberghi. Associazioni ricreative, artistiche, culturali per 100 mila abitanti? Provincia di Avellino penultima. Insomma, a ben guardare non ci sono novità eclatanti né grandi sorprese. Non stupisce che Matera sia posizionata molto meglio (42esima). Che in generale il Sud sia indietro. Ma vedere l’Irpinia nelle stesse condizioni di aree urbane problematiche (Napoli, Palermo, Catania) seppur con un appeal turistico incredibile, devo portare tutti noi a interrogarci seriamente quando parliamo di “Irpinia come la Toscana”, “Irpinia come l’Irlanda” e via dicendo. Dovrebbe portare le amministrazioni a fare quello che è possibile nel breve termine, questo è ovvio. Dovrebbe portarci ad accusare la politica (il che è generalmente sempre giusto quando si leggono questi numeri) ma a non auto-assolverci del tutto come cittadini.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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