Biodigestore a Chianche, le terre del Greco verso la mobilitazione

Le terre del Greco di Tufo Docg si preparano alla grande manifestazione pubblica del 15 settembre contro il biodigestore di Chianche. La mobilitazione porta la firma del “Coordinamento No al biodigestore, Sì al Greco di Tufo” e arriva dopo mesi di dibattito, polemiche e azioni anche legali per fermare il progetto.

A maggio erano partiti i lavori di preparazione del sito che dovrà ospitare l’impianto di compostaggio autorizzato dalla Regione Campania su proposta del sindaco Carlo Grillo. Nel frattempo però i primi cittadini dei paesi vicinori, anche parte dell’areale del Greco di Tufo, avevano depositato un ricorso al TAR di Napoli contro l’atto di programmazione regionale che prevede la realizzazione dell’impianto a Chianche. L’atto era stato sottoscritto dai sindaci di Altavilla, Tufo, Petruro, Torrioni e Santa Paolina, oltre che dal sindaco del vicino Comune di Ceppaloni (BN), località caratterizzata per la diffusa presenza del pregiatissimo tartufo bianco.

Netta anche la contrarietà del Consorzio di tutela Vini d’Irpinia che ha promosso più dibattiti nelle ultime settimane sul tema. Grillo però rimane fermo sulla sua posizione, la Provincia invece finora non si è espressa in merito. Anche se il presidente Domenico Gambacorta, in occasione ieri pomeriggio della visita del rettore della Federico II Gaetano Manfredi al Polo enologico di Avellino, ha espresso il suo parere in merito alla questione. “La Provincia non ha una personale posizione su questo punto – ha detto il numero di Palazzo Caracciolo –. Abbiamo escluso, quando volevamo farlo, l’ipotesi di ampliamento di Pianodardine con l’impianto di compostaggio, perché abbiamo ritenuto non fosse il posto adatto. È una competenza che tocca alla Regione e probabilmente andavano sentiti di più i comuni, non solo Chianche, ma tutti quelli dell’area”.

Più duro invece nei confronti del primo cittadino che vuole la realizzazione dell’impianto a Chianche: “Mi sembra impropria l’individuazione di quest’area, e soprattutto improprio il metodo. Non può un sindaco mandare una lettera in Regione e candidarsi ad ospitare un impianto del genere che oggettivamente ha notevoli problemi dal punto di vista degli impatti e dal punto di vista trasportistico e della logistica. Probabilmente c’erano posti più adatti”.

Sabina Lancio

Ha da poco conseguito la laurea magistrale in Teoria dei linguaggi e della comunicazione audiovisiva all'Università degli studi di Salerno. Le piace scrivere e, in generale, lavorare nel mondo della comunicazione, conoscere nuove persone e intraprendere nuovi percorsi.

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