Borghi ‘Area Pilota, stop ai vecchi metodi’

D’accordo, Enrico Borghi era a Sant’Angelo dei Lombardi per sostenere il sì al referendum costituzionale. Un intervento lungo e appassionato, in cui il deputato Pd e consigliere di Palazzo Chigi per lo sviluppo delle aree interne ha dato la sua lettura del titolo quinto, assicurando l’impegno del governo sulla crescita dell’entroterra o sul superamento della confusione su eolico e dintorni. Ma non solo. E al tavolo c’era mezzo Pd, anche oltre: a cominciare dal collega Luigi Famiglietti fino a Enzo De Luca e Lello De Stefano passando per tanti sindaci. Però da chi è al vertice delle strategia sulle aree interne ci si aspettava una lettura, anche politica, della situazione irpina. E la lettura è arrivata, altroché. Conciso e diplomatico nelle interviste pre-convegno. Loquace e diretto nell’intervento. Saranno state le sollecitazioni di sindaci e parlamentari come Famiglietti, sta di fatto che Borghi a un certo punto tuona: “ll progetto delle aree interne verrà sostenuto dal Governo e sperimenterà delle iniziative innovative. Se qualcuno pensa che serva per qualche primariato o per riproporre vecchie liturgie e tradizionali consuetudini, sbaglia. Noi lavoreremo per un salto di qualità“.

Se non è un messaggio a Ciriaco De Mita, allora Borghi parlava in Irpinia di altre esperienze di altri luoghi e in altri tempi. Non è così, anche perché il deputato interviene subito dopo Luigi Famiglietti. E quest’ultimo ci è andato giù duro. Durissimo contro i De Mita (nominati, ndr), indirettamente non risparmia qualche velata stoccata agli alleati di casa dem, “Pd abbindolato da De Mita e io penso che a livello regionale una rivisitazione dei rapporti vada fatta. Non sono nessuno per dire con chi De Luca debba accompagnarsi dal 5 dicembre in poi, ma De Mita a Roma come in Campania non ha il massimo del consenso“. E sul Progetto Pilota Famiglietti diceva: “Il problema non è l’incarico di De Mita in sé, ma quello che De Mita fa come presidente. Non si proponga l’immagine di un Sud accattone, con un organismo che sa solo chiedere fondi e deroghe“.

Ok, il tema del referendum è presente. Borghi parla del effetti del sì, benefico a suo dire per province come quella di Avellino. A proposito di ambiente con il superamento della legislazione concorrente Stato-Regioni spiega: “A chi teme pericoli per la tenuta del territorio rispondo con quanto previsto nella riforma. Il sistema delle garanzie non viene modificato, anzi. Prima di tutto gli enti locali saranno più vicini allo Stato perché direttamente in Senato. Inoltre si farà finalmente chiarezza. Non succederà più quello che è accaduto con l’eolico, dove non si sa mai di chi siano le colpe degli scempi. Se della Regione o dello Stato“. E sulle opere di interesse strategico aggiunge. “Vedranno il coinvolgimento dei territori, maggiore efficienza e velocità nella realizzazione. Penso alla tratta Napoli-Bari”. E ancora, il protagonismo del Sud con i sindaci in Senato. Borghi parla bene, sembra convincente. D’accordo, però nel corso della lunga serata messa in piedi dal sindaco Rosanna Repole i riferimenti a De Mita non mancavano mai. Per la verità anche quando De Stefano loda l’impegno di De Vincenti per la IIA di Flumeti il riferimento è implicito. E vogliamo parlare di Famiglietti che ricorda i “sottosegretari analfabeti” secondo il leader di Nusco? O degli attacchi all’ex vicegovernatore Giuseppe De Mita? Molte cose già sentite in questi mesi di campagna elettorale, d’accordo. Ma c’era una bella fetta di Pd all’hotel Goleto e la cosa è sembrata una sorta di preparazione in vista del lunedì post-referendum. Quando qualcosa nei rapporti tra Pd e De Mita potrebbe cambiare sia con il sì che con il no. Forse.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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