Calexico live, Ariano la frontiera musicale

Ariano è la frontiera di musiche e culture. Non quella di cristallo, fragile e maledetta, descritta dai Calexico. E’ una frontiera più rassicurante di quella messicana. Domani al Folk Festival il concerto della band statunitense, che molto racconta del confine Usa-Messico con sonorità sempre diverse. Marco, Amalia e Ramon, attori di questa canzone simbolo, sono Khaled o sono chiunque tenti di attraversare un confine. Di acqua, terra, di cristallo appunto.

Ariano è confine di provincia e regione, ma al centro della “concertistica” nazionale anche quest’anno. Venti anni di Ariano Folk Festival. Domenica sera la band di Tucson presenterà il suo ultimo album The Edge of the Sun. Insieme al concerto dei Franz Ferdinand a Catania, quello di Ariano è l’appuntamento più importante del Sud Italia, almeno per quanto riguarda rock e dintorni.

 

“Il tema dell’edizione dell’Ariano Folk Festival di quest’anno è la frontiera – scrivono gli organizzatori -. Quando si pensa alla frontiera, spesso si tende a confonderla con il confine. Si pensa, pertanto, a qualcosa che delimita, divide. Un muro, un fossato, un filo spinato. In realtà, la frontiera è molto di più. Essa è un luogo che mescola, unisce, crea nuove identità. Il confronto e la condivisione che esistono alla frontiera non potrebbero verificarsi da nessun’altra parte.

Il Sud Italia è da sempre stato un luogo di frontiera, perché immerso nel Mediterraneo. Un mare che per secoli ha unito culture e popoli diversi. Un grande spazio dove la tradizione greca e latina incontrano la cultura ebraica ed il mondo arabo fino a fondersi in un’entità storica unitaria. Negli ultimi decenni abbiamo riscoperto la centralità del Mediterraneo, ma solo per le vicende legate agli arrivi di migranti disperati. Invece il Mediterraneo è tutt’altro, una frontiera di conoscenza aperta al mondo. Tutto questo Fabrizio De Andrè lo aveva ben in mente quando decise di comporre uno dei suo album più belli, Crêuza de mä. Cantato completamente in genovese – l’antica lingua della navigazione e del commercio nel Mediterraneo – le canzoni narrano le vicende del mare e dei marinai, i loro viaggi, la loro solitudine e sofferenza. Un album che, anche grazie all’utilizzo di strumenti musicali caratteristici del bacino mediterraneo, ci ricorda la ricchezza della nostra cultura, fondata proprio sulla diversità e sul confronto”.

 

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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