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Caposele, l’accusa di Conforti: ‘Il piano di protezione civile è chiuso nel cassetto’

Di Salvatore Conforti, consigliere comunale in attesa di reintegro, riceviamo e pubblichiamo

In una contingenza temporale molto particolare nella quale la paura delle recenti scosse telluriche del centro Italia, mette in apprensione ed in grande tensione tutti i cittadini; ed ancora, in prossimità del nostro triste anniversario del terremoto del 23 novembre 1980, il quale ha sconvolto il nostro territorio, ma anche intere famiglie, mi faccio promotore, alla luce di cotanta preoccupazione, di un invito sentito da più parti, all’indirizzo del responsabile della protezione civile di Caposele, affinchè possa ottemperare immediatamente agli obblighi di legge.

Il “Servizio Comunale di Protezione Civile” che è un servizio che comprende le diverse attività di previsione, prevenzione, preparazione, gestione e superamento dell’emergenza e che rientra tra le funzioni fondamentali di un servizio indispensabile, erogato in maniera continuativa e diffusa, di cui si deve garantire il funzionamento anche in situazioni ordinarie, oltre che in caso di emergenza, sembra che a Caposele non sia attivo.

Il recente piano di protezione civile, finanziato con ben 15.000 euro dalla Regione Campania, redatto, approvato, sembra quasi che venga percepito dai nostri amministratori come un dovere normativo statico, come un documento da redigere perché è obbligatorio farlo, ma che rimane chiuso in un cassetto. Una tale incosciente atteggiamento, mette in serio pericolo la nostra popolazione in caso di emergenze non solamente dovute al sisma, ma anche all’alto rischio per frane e pericolosità idrogeologiche, come ben si evidenzia, per il nostro territorio, nel recente piano dell’Autorità di Bacino.

A tutt’oggi, non mi risultano effettuate quindi le attività di previsione ed interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali e né tanto meno, attuate soluzioni per la riduzione del rischio:

Non c’è nessuna Informazione alla cittadinanza (segnaletica, pannelli a messaggio variabile, brochure, indicazioni sulla prima emergenza). Nessuna verifica dei piani di evacuazione interni delle strutture che comportano concentrazione di persone. Nessun censimento di locali interrati e piano terreno nelle aree a rischio per frane ed alluvioni e nessuna individuazione di fabbricati a rischio, atteso che la ricostruzione del dopo‐sisma non completata al 100% ha determinato l’abbandono di fabbricati danneggiati e non riattati e quindi pericolosi per la pubblica incolumità. Nessuna formazione di protezione civile promossa dal Sindaco. Nessuna esercitazione di protezione civile come importante strumento di prevenzione e di verifica dei piani di emergenza, con l’obiettivo di testare il modello di intervento. Ma è evidente l’assoluta mancanza di informazione ai cittadini della presenza di un piano di protezione civile e conseguentemente, sui rischi che possono minacciare l’integrità della vita, dei beni e degli insediamenti (non risulta nemmeno la pubblicazione del piano sul sito istituzionale). Informazione che oltre ad essere un diritto previsto dalle leggi vigenti, rappresenta un presupposto indispensabile per l’efficacia e l’efficienza dei piani d’emergenza, soprattutto in territori come i nostri flagellati da rischi multipli sempre in agguato.

Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha dato la possibilità di predisporre i piani, ma anche di farli attuare, cosa che a Caposele non è avvenuta. Il piano di protezione civile, se resta chiuso in un cassetto, è praticamente inutile! Quel piano, se non attuato, rimane carta straccia. Per cui, a nome di una parte di cittadini preoccupati per tutto quello che sta accadendo, invito i soggetti preposti, ad adempiere a quanto la legge ha disposto, facendo in modo che l’evidente omissione possa essere immediatamente e parzialmente evitata, al fine di scongiurare, in caso di rischio sismico ed idrogeologico, comportamenti non corretti da parte della popolazione ed azioni individuali potenzialmente pericolose per la comunità. Sperando che tutto quanto evidenziato possa essere di aiuto al fine anche di sollecitare, come dovere civico, un intervento doveroso.

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