Castagneti a Lioni, ‘E’ arrivato il momento di crescere’

Consigli pratici ed elementi di strategia: questi i contenuti dell’incontro-dibattito promosso dal Comune di Lioni nel pomeriggio di lunedì sulla castagna. Produzione che non figura certo tra i principali creatori di Pil nel paese altirpino, ma con potenzialità. Quarantasette le aziende censite dal 2010 a oggi per un totale di 50 ettari. I numeri ufficiali parlano quindi di piccole realtà da un ettaro. “Ma sono circa 350 gli ettari di castagneti sul territorio lionese – ha chiarito l’assessore all’Agricoltura Rocco D’Andrea – ed è arrivato il momento di farli fruttare, di aiutare i proprietari per quello che compete noi amministratori”. 

Il cinipide ha abbattuto la produzione a livello provinciale e regionale. Se però Montella, Serino, Volturara e Bagnoli si trovano oggi in una condizione di grande difficoltà, sono proprio realtà meno organizzate come Lioni ad avere un potenziale ancora tutto da esprimere. Se ne è detto convinto Roberto Mazzei, castanicoltore montellese. “Qui dovete lavorare, facendovi consigliare da esperti a partire dagli uffici della Regione Campania, per individuare gli interventi migliori da mettere in campo (tipologia di innesto, tecniche di potatura, varietà) per dare omogeneità ai castagneti ha spiegato – La sfida del futuro è qualità e quantità. Oggi noi a Montella arranchiamo. Lioni potrebbe produrre e affidarsi a noi per i passaggi successivi, avendo una filiera già organizzata. Omogeneità non significa mettersi in società: ognuno conserva la sua autonomia“. 

In tal senso, anche le risorse europee possono venire incontro alle esigenze di un territorio e un settore da ripensare. Contributi per il 90% a fondo perduto sono previsti dal Psr 2014-20 per migliorare i castagneti, ma pure per impiantarli. Stesso discorso per i noccioleti e gli uliveti. “Stiamo portando avanti la lotta al cinipide per via biologica con l’utilizzo dell’insetto antagonista – ha commentato Davide Della Porta dell’associazione Castanicoltori irpini – Dai nostri monitoraggi e dai dati emersi in seguito ai 20 lanci effettuati da questa amministrazione e da alcuni privati, è possibile prevedere che entro il 2020 a Lioni il problema sarà risolto. Stesso discorso per Sant’Angelo dei Lombardi e Guardia”. 

Contemporaneamente, bisogna modificare alcuni comportamenti. Tre le regole fondamentali: non effettuare la potatura estiva delle galle verdi; non bruciare le ramaglie per almeno un anno, permettendo così all’insetto antagonista di riprodursi; non fare trattamenti fitosanitari prima del mese di giugno. “Purtroppo, la lotta al cinipide non basta. Il clima sta cambiando e questo ci costringe a pensare per tempo a come salvaguardare la produzione. Magari spostandola a maggiori altitudini. Per questo motivo – ha sottolineato Luca Branca del servizio provinciale Agricoltura Regione Campania – stiamo lavorando al monitoraggio degli effetti della variazione di clima sulla capacità di fruttiferare delle piante di castagno. Uno studio è finalizzato a individuare varietà autoctone capaci di resistere al cinipide e alla siccità. Speriamo inoltre di poter diffondere a breve un vademecum con consigli pratici per i produttori”.

 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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