Di Michele Frascione, ex-amministratore del Comune di Bisaccia
L’Asl individua la struttura del polifunzionale di Bisaccia quale centro per la campagna di vaccinazione, che comincia a partire dagli ultraottantenni e proseguirà per un tempo lungo per l’intera popolazione dei comuni dell’Alta Irpinia Interna: Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Cairano, Calitri, Lacedonia, Monteverde, (7 dei 25 Comuni del Distretto Sanitario dell’A.I.). Ho subito esultato per questa iniziativa per 3 speranze: finalmente si apre la fase della vaccinazione che promette un superamento verso la Pandemia da Covid-19; È un buon inizio di maggiore autonomia nella sanità: È una che valorizza la disponibilità del centro polifunzionale in vicinanza alla postazione Sps dell’ex-ospedale territoriale “Di Guglielmo”, situato in territorio di Bisaccia, chiuso irragionevolmente nel 2012 e da ripristinare.
Basterebbe considerare che a livello nazionale ci si è affidato alla struttura organizzativa militare e che la vaccinazione Covid non è una semplice puntura, per comprendere la complessità e i tempi lunghi necessari per non ridursi a impegnare solo gli ospedali di Sant’Angelo dei Lombardi o di Ariano e nemmeno a procedere paese per paese.
Non c’è bisogno di competenze medico-sanitarie, basta avere buon senso e ascoltare i media per intendere che l’organizzazione e la gestione delle operazioni vaccinali si devono avvalere di spazi adeguati a rendere efficiente, efficace e sicura le misure di sicurezza delle persone e del personale sanitario, assicurare rifiuti e smaltimenti residuali, avere strumenti di comunicazione con linee esterne, presidi farmacologi e strumentali per le emergenze in vicinanza, standard qualitativo e spazi, dentro e fuori adeguati, stanze arieggiati e indipendenti. Una struttura e del personale pronti a garantire possibili reazioni avverse. Così si potrà ben gestire anche la efficienza, la funzionalità e la continuità.
Grave sarebbe ora: Fare in questa zona la figuri dei poveri polli descritti dal Manzoni, che si beccavano per avere uno spazio in più mentre erano appesi a testa in giù dalle mani di Renzo; rischiare di incendiare un campanilismo di pancia, sterile e pericoloso, mentre si tratta di spiegare la logica della scelta e il convinzione della importanza della vaccinazione; Far perdere di credibilità il bisogno di fare squadra fra i Comuni della zona per avere forza per elevare qualità e quantità dei servizi esistenti e per i servizi che ancora mancano. Questi comuni devono progettare, operare e lottare come quartieri di una città diffusa sul territorio e per avere una inversione dello spopolamento e una possibile prospettiva di ripresa.
La necessità che si ascolta a livello nazionale di una possibile crescita ci potrebbe offrire l’occasione per del ripristinare e valorizzazione dall’ex-ospedale “Di Guglielmo” di questa zona, a dieci minuti dall’Autostrada Napoli-Canosa nella direzione geografica, nuova rispetto alle distanze di una volta, in direzione di attività economiche e di lavoro al crocevia delle area industriali di Flumeri-Grottaminarda — Calaggio-Lacedonia – Fondovalle Calitri-Ofantina- S. Nicola di Melfi-Potenza.
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