Spettacoli e cultura

C’era una volta Vigata, l’irpino Andrea Russo calligrafo e manista in Tv

La calligrafia mi ha travolto con il suo fascino fin da quand’ero piccolissimo. Ogni volta che in televisione passavano film in costume o ricostruzioni storiche arrivava puntuale il classico momento della vergatura di una pergamena con una penna d’oca o di una romantica lettera a pennino e, qualunque cosa stesse accadendo in quel momento, non c’era niente che potesse farmi distogliere lo sguardo dallo schermo. Questa volta, dall’altra parte della telecamera, ci saranno anche la mia opera e le mie mani ed è stato un po’ un sogno avverato“.

 

Andrea Russo è un giovane calligrafo avellinese e la sua arte (che lui, però, ama più definire una forma d’artigianato) è stata fondamentale sul set del film “La concessione del telefono” che andrà in onda su Rai1 alle 21.15 lunedì 23 Marzo. È una pellicola tratta dall’omonimo romanzo dell’indimenticato Andrea Camilleri e fa parte del ciclo “C’era una volta Vigata“: una serie di storie uniche, che si svolgono perlopiù nell’800, tutte ambientate nel paesino (inventato) che ha dato i natali al commissario più amato d’Italia, Salvo Montalbano.

Russo, in arte Rafiki, è prossimo alla laurea in Design della Comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli e coltiva da sempre, parallelmente, la calligrafia: “Dopo un primo periodo da autodidatta, nel 2014 ho iniziato a frequentare corsi tenuti da una piccola associazione di Grosseto, per poi passare a quelli dell’Associazione Calligrafica Italiana, al momento la più autorevole nel settore“. Sono cominciate, così, anche diverse esperienze lavorative: “La calligrafia è uno strumento declinabile in un’infinita serie di possibilità, scopi e supporti, quindi anche le commissioni che ricevo sono state di diversa natura, come vari sono i clienti“.

Banca Widiba a Milano, Novartis, Feudi di San Gregorio, realizzazione di copertine e loghi per artisti musicali e di grafiche per pubblicazioni, collaborazioni con diverse firme dell’alta moda e non mancano mai privati che chiedono tavole o inviti per le cerimonie. Fino a quando è arrivata anche la chiamata di “mamma RAI“, tramite un’agenzia di casting: “I selezionatori avevano le idee molto chiare. Ho seguto le loro istruzioni e, dopo varie prove, l’esito delle assegnazioni è andato a buon fine“.

Andrea è quindi volato sul set a Palermo, per occuparsi, insieme ad altri colleghi, di tutti quei materiali, soprattutto lettere, che – visti i tempi in cui si svolge il film – dovevano necessariamente essere “scritti a mano” per risultare veritieri: “In questa storia la scrittura ha un’importanza fondamentale fin dall’inizio della narrazione, perciò era essenziale raggiungere la massima credibilità estetica, per dare allo spettatore la migliore esperienza possibile. Per la prima volta ho dovuto affrontare il discorso della coerenza storica nell’atto dello scrivere vero e proprio“.

Il giovane professionista si è preparato molto dal punto di vista della documentazione, facendo ricerche d’archivio e studiando esempi di stili di scrittura adoperati in quell’esatto periodo, “così da poterne generare uno che adempisse al meglio alla sua funzione e risultasse quanto più contemporaneo possibile allo svolgersi dei fatti raccontati. Oggi all’artista viene concessa molta libertà (quasi non gli viene chiesto di giustificare le sue scelte), senza che questo abbia seguito un percorso di formazione e ricerca.  Ma, prendendo in prestito le parole di John Stevens, la calligrafia può essere definita come una “libertà disciplinata”: alla base esiste il concetto per il quale soltanto con lo studio e la ricerca delle regole fondamentali abbiamo gli strumenti per poter rompere quelle stesse regole a nostro vantaggio. Credo sia un approccio che dovremmo avere per qualunque aspetto della nostra vita”.

E, tra un ciak e l’altro, Russo ha prestato la sua opera non solo come calligrafo, ma anche come manista, una sorta di “controfigura scrivente“: “In pratica sono le mie mani ad essere inquadrate nel dettaglio, in alcune scene in cui uno dei personaggi viene ripreso mentre scrive“. L’arte della calligrafia sembrava quasi estinta ma, negli ultimi anni, c’è stato un rinnovato interesse.

Per Andrea il merito è soprattutto dei social network, che hanno fornito una buona visibilità “e portato ad un rinnovato interesse, soprattutto da parte delle generazioni più giovani. Si capisce davvero il valore di una cosa quando la si perde: la riduzione del tempo dedicato allo scrivere a mano ha portato ad una controtendenza e questo aspetto è fondamentale, dato che viviamo in un momento storico in cui il nostro sistema d’istruzione è sempre più rivolto alle nuove tecnologie a discapito della scrittura, vista come appartente ad un passato lontano. Ma come il nome stesso ci suggerisce (“calligrafia” deriva dall’unione delle parole greche calòs- bello – e graphìa – scrittura),  questa disciplina consiste in una continua ricerca di ciò che definisce il concetto di bellezza e, per fare ciò, è inevitabile affidarsi al contributo di millenni di evoluzione della scrittura, che molto prima di noi ha iniziato questa ricerca“.

Per quanto riguarda il futuro, Russo non fa programmi a lungo termine: “Voglio continuare su questa strada, il percorso è lungo ed è appena cominciato. L’unico obiettivo che mi sono posto è quello di far riscoprire la calligrafia nel nostro territorio, l’Irpinia. Infine, c’è molta diseducazione per quanto riguarda la scrittura in generale, anche quella che dovremmo utilizzare tutti i giorni, che è la diretta conseguenza di un sistema scolastico che con gli anni se n’è lavato le mani sempre di più. Per questo, supporto e diffondo l’iniziativa dell’Handwritingmanifesto.org,un progetto che ha lo scopo di riportare il discorso della scrittura ad un livello internazionale, per darle il giusto riconoscimento e indicare una necessaria revisione del metodo attualmente adoperato nelle scuole“. Non resta quindi che aspettare il 23 Marzo e sintonizzarci tutti su Rai1 per supportare Andrea Russo, il primo avellinese a raggiungere Vigata.

Rosaria Carifano

Giornalista nonostante tutto, autrice per caso. Insegno danza e cerco cosa abbiano in comune un corvo e una scrivania.

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