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Complesso del Monte a Montella, restaurata statua del ‘600

Mercoledì 2 giugno, nella chiesa di Santa Maria della Neve nel Complesso monumentale del Monte a Montella, nel corso di una cerimonia gioco forza riservata causa emergenza pandemica, uno dei tanti piccoli gioielli che costituiscono l’immenso patrimonio culturale e storico d’Irpinia, tornerà a splendere in tutta la sua emozionante bellezza. E’ la statua lignea seicentesca raffigurante San Francesco d’Assisi, oggetto di un intervento di restauro realizzato dalle sapienti mani della restauratrice Margherita Gramaglia, con la supervisione di Paola Apuzza della Soprintendenza BeAP di Avellino e Salerno e del direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia Monsignor Tarcisio Gambalonga.

Per consentire a chiunque lo desideri di ammirare gli umani tratti e la divina bellezza dell’opera lignea dopo questo lungo oblio, la statua verrà esposta a Montella per l’intero mese di giugno (a partire da sabato 5) nella Chiesa di Santa Maria del Piano (chiesa Madre) e successivamente nella chiesa di San Francesco a Folloni.

La statua, originariamente allocata in una nicchia del refettorio nel convento di Santa Maria del Monte nell’omonimo Complesso, è rimasta per anni custodita, malconcia, nella sagrestia dell’attigua Chiesa fino a quando, grazie alla disponibilità del Rotary e di Altergon Italia, è stato possibile realizzare l’intervento di restauro.

L’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Montella, proprietaria dell’intero Complesso monumentale, dopo una lunga serie di traversie e vicissitudini (leggi qui), soltanto lo scorso anno è potuta rientrare nel possesso degli ambienti del Complesso, ed avviare un processo di necessaria manutenzione di strutture e beni.

“Si tratta della prima tra una serie di iniziative che l’Arciconfraternita SS. Sacramento sta portando avanti in un percorso di sviluppo, fruizione e valorizzazione del sito che il sodalizio ha da sempre inteso perseguire e per il quale in questi anni ha sempre alacremente lavorato attraverso relazioni territoriali con amministrazioni, enti ed associazioni (e questo progetto di restauro ne è uno splendido esempio), la sottoscrizione di accordi di valorizzazione per la promozione del sito con organismi regionali tra cui Scabec, la valutazione di progetti di impresa, ecc.”, dice Michele Santoro, Presidente dell’Arciconfraternita.

”Proprio perché è la prima, e quindi per averci immediatamente creduto permettendo di ridonare luce a questa preziosa statua, desidero esprimere a nome dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento sincera gratitudine al Rotary Club Sant’Angelo dei Lombardi – Hirpinia Goleto con il Presidente Raffaele Capasso, al Rotary Club Taurasi con il Presidente Lorenzo Mazzeo, al Rotary Distretto Italia 2100 con il Governatore Massimo Franco, al Rotary Fundation distrettuale e al Rotary International con il presidente Gianfranco Calise, alla Direzione di Altergon Italia, in particolare all’Amministratore Delegato Salvatore Cincotti”, continua Santoro.

“Non è un caso che ritorna a nuova vita, alla sua vita, l’effige scultorea del Santo della pace, della fratellanza, della solidarietà, oggi che possiamo cominciare a volgere le spalle ad un periodo buio, e siamo più certi di riprenderci il futuro, il nostro futuro”, sottolinea Raffaele Capasso, presidente del Rotary club Hirpinia Goleto.

“Il messaggio che la conclusione di questo lavoro di restauro oggi ci affida, collima con il nostro odierno vissuto e con gli insegnamenti e le volontà di service del Rotary. L’intervento – continua il presidente del Rotary – è rivolto nell’immediato al recupero di un’opera ‘dimenticata’, ma vuole avere l’obiettivo di fondo, nel renderla fruibile alla collettività, di sostenere e stimolare l’attenzione verso l’immenso patrimonio culturale locale, certi che lo stesso possa rappresentare volano di crescita per il territorio. Sappiamo che uno dei punti di maggiore forza del patrimonio artistico italiano, anche rispetto ad altri contesti europei, è quello della sua diffusione capillare nel territorio. L’obiettivo del Club, con la realizzazione dell’intervento, è stato quello di ’puntare i riflettori’ su questi luoghi e su queste opere poco conosciute, offrendo il proprio fattivo contributo alla loro tutela e valorizzazione, e riattivando il “genius loci”, risorsa da risvegliare nelle coscienze di ognuno per far si che possa finalmente aversi il riscatto culturale delle piccole realtà locali”.

“Ciò che realizzando questo progetto Arciconfraternita, club Rotary ed Altergon Italia hanno inteso raggiungere è stato proprio il contribuire al recupero e alla diffusione della conoscenza del patrimonio dei beni culturali cosiddetti ‘minori’ locali nella ferma convinzione che “il museo è espressione culturale del territorio ed opportunità economica, memoria storica, e motore culturale di un territorio”, consci che investire in cultura sia un punto imprescindibile di partenza per il rilancio economico e sociale dei territori – conclude Capasso – Ma anche sensibilizzazione, per accrescere la coscienza delle potenzialità del territorio e raggiungere un livello più alto di conoscenza dello stesso e dei beni culturali da parte della comunità e di quanti, sempre più numerosi, vi si affacciano, scoprendolo”.

Castello e Monastero del Monte, la Montella sconosciuta è una meraviglia

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