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Crisi idrica nelle carceri di Ariano e Avellino, la nota del Sappe

“Dopo i fatti di violenza messi in atto dai detenuti nella notte tra il 15 e il 16 luglio per la carenza idrica nel carcere di Bellizzi Irpino, fatti ampiamente riportati dalla stampa locale e da interrogazioni parlamentari giunte puntuali e tempestive, apprendiamo, con stupore e nello stesso tempo con soddisfazione, che è bastato l’incontro tra il rappresentante sindacale Uil – PA Penitenziari e il presidente dell’Alto Calore Lello De Stefano per risolvere il problema che era divenuto annoso e drammatico”. E’ quanto afferma in una nota Emilio Fattorello, segretario regionale del Sappe (Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria) che continua: “Più volte abbiamo lanciato l’allarme su detta questione soprattutto dopo la costruzione dei reparti nuovi nelle strutture penitenziarie di Avellino e Ariano che erano già da sempre in sofferenza per una cronica carenza idrica, figuriamoci adesso che con i nuovi reparti la popolazione detenuta negli istituti in questione è aumentata di ulteriori 200 unità senza alcun potenziamento delle insufficienti e vetuste reti idriche. Si porta a conoscenza che il Sappe per quanto riguarda anche la questione idrica dell’Istituto di Ariano Irpino, dopo l’apertura del nuovo reparto, ha presentato un dettagliato esposto-denuncia alla Procura di Benevento competente per territorio, in data 29.01.2015, esposto che verrà riproposto anche alla Procura di Avellino per ciò che concerne alla carenza idrica in relazione alla costruzione del nuovo reparto senza una adeguata previsione di rifornimento idrico cosa questa che si ripercuote sulla qualità detentiva dei detenuti e che causa continue tensioni che ricadono immancabilmente sull’incolumità del Personale di Polizia Penitenziaria in particolar modo nel periodo caldo”.
“A questo punto – continua Fattorello – ci domandiamo come è possibile costruire un ospedale, una scuola, una caserma o addirittura un reparto detentivo senza la giusta previsione della quantità di acqua sufficiente al fabbisogno della struttura: le responsabilità di chi sono? Tutto ciò quando i legislatori europei ed italiani ipotizzano il reato di tortura anche nella detenzione. Per quanto rappresentato, in considerazione da quanto appreso dalla stampa circa le soluzioni prospettate, si chiede alle autorità in indirizzo voler emettere una dettagliata informativa sulla “questione sollevata” e sulle “soluzioni paventate” anche per eliminare la confusione che trapela da quanto riportato dalla stampa. Nelle more della definizione dei problemi esistenti si chiede alla Direzione voler fornire i posti di servizio del Personale della Polizia Penitenziaria distributori di gel igienizzante da utilizzare nei momenti di carenza idrica fornire taniche di acqua per gli scarichi dei WC dell’Istituto”.

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