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Dagli incendi alle frane, Mercogliano chiede sicurezza

Una raccolta di firme per chiedere la messa in sicurezza delle zone a rischio. I cittadini di Mercogliano reagiscono agli eventi che hanno interessato nelle ultime settimane la cittadina. Vogliono “una messa in sicurezza del territorio al fine di garantire l’incolumità di quelle famiglie che risiedono nelle prossimità, e non solo, delle zone interessate dai rischi”. Così recita la missiva indirizzata, oltre che al sindaco e all’assessore ai lavori pubblici del comune di Mercogliano, al presidente della Regione Campania, al presidente dell’Ente Parco, al Prefetto di Avellino, alla Comunità montana Partenio – Vallo Lauro, ai dirigenti del Genio civile e della Protezione civile.

 

Dalla caduta del pino secolare dai giardini dell’Abbazia di Loreto, alla frana sulla SS 374 bis che porta ad Ospedaletto d’Alpinolo, la paura e la preoccupazione sono aumentate. “Due tragedie sfiorate. Alcuni passanti nelle auto si sono salvati per miracolo”. Così Maddalena Poerio, consigliera d’opposizione. “E intanto continuiamo ad affidarci esclusivamente alla protezione della Madonna di Montevergine. Ma tutti i Protocolli d’Intesa tra Comune, Prefettura, Comunità montana, Genio Civile, Protezione Civile, dove sono?”. La Poerio sottolinea poi, tornando allo scorso settembre, il lavoro messo in atto dal gruppo d’opposizione, a seguito degli incendi boschivi che nel mese di agosto hanno interessato vastissime aree della montagna di Montevergine: “Già allora erano state evidenziate le condizioni in cui versava la montagna e i pericoli che con l’arrivo delle piogge avrebbero potuto concretizzarsi. Ed era stato richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza e calamità naturale per Mercogliano. Ma ad oggi non ci sono stati interventi di messa in sicurezza ed è normale che i cittadini si sentano in pericolo”.

 

Dopo un’estate tragica di incendi, per la maggior parte di natura dolosa, come confermato dalle indagini, è stata approvata all’unanimità una delibera, la numero 36 del 25 settembre 2017. Testo elaborato dall’opposizione e modificato poi dai tecnici del comune “perché ritenuto eccessivo nei contenuti in merito al ritardo nei soccorsi”, ha spiegato la stessa Poerio. Nel documento in questione venivano richiesti alla Regione Campania “interventi urgenti di ripristino e messa in sicurezza dei luoghi percorsi dal fuoco e riduzione del rischio a persone e cose”.

 

Ma anche la necessità di “intraprendere percorsi di collaborazione con soggetti terzi finalizzati allo svolgimento sul territorio di attività di controllo e monitoraggio per prevenire pericoli e danni al patrimonio comunale anche montano. Al momento non risultano messe in atto queste richieste che continuano a rimanere solo buone intenzioni – ha proseguito la consigliera -. Non sono state fatte azioni per scongiurare i pericoli e rassicurare i cittadini. Pericoli che puntualmente si sono verificati, per fortuna senza causare vittime, e potrebbero ancora verificarsi. E fino a quando potremo contare sulla benevolenza del caso? Non dimentichiamo che già alcuni anni fa, smottamenti di notevoli proporzioni hanno interessato alcuni valloni come quello di Santo Stefano, di San Pietro e l’Arena, invadendo di fango e detriti le case sottostanti. Valloni che oggi non vengono ripuliti, così come i sottoboschi e le mulattiere che oltre a perdere la loro naturale bellezza a causa degli incendi, hanno perso anche la loro funzione di protezione. Allora perché aspettare che altre tragedie si verifichino ancora, anziché intervenire quanto prima?”.

Sabina Lancio

Ha da poco conseguito la laurea magistrale in Teoria dei linguaggi e della comunicazione audiovisiva all'Università degli studi di Salerno. Le piace scrivere e, in generale, lavorare nel mondo della comunicazione, conoscere nuove persone e intraprendere nuovi percorsi.

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