Di Maio: ‘Campagna sul sì, la mia disobbedienza civile’

A due settimane dal Referendum sulle trivellazioni l’opera di informazione e sensibilizzazione a favore del sì continua su tutto il territorio irpino. In primis Alta Irpinia e Ufita, che nel mirino delle trivellazioni ormai da tempo stanno seguendo con particolare interesse la questione.

Al Castello Candriano, Il Forum Giovani di Torella ha voluto coinvolgere esponenti di associazioni e no triv. Un incontro anche di chiarimento sui dettagli e i dubbi legati al voto, per invitare tutti i cittadini a compiere una scelta consapevole.

A rappresentare il Forum, Denise Fiorillo: “Ci siamo schierati a favore del sì, una scelta di tipo non politico ma frutto di un senso di dovere che avvertiamo nei confronti dell’ambiente e del territorio. Il nostro esporci – ha detto – dipende dall’essere coscienti, in quanto giovani, di avere il futuro nelle nostre mani. Il nostro destino non può dipendere dalle trivellazioni petrolifere. L’Italia è paese di cultura, arte e gastronomia, non ci manca davvero nulla. L’energia del nostro domani è nelle rinnovabili”.

Nessun politico al tavolo, o così potremmo dire. Fra i relatori il sindaco di Calitri Michele Di Maio che con il suo movimento “Calitri Pulita” si è fatto avanti in prima persona nel promuovere il sì al referendum: “Non ci sono molti sindaci in giro, pronti come me, ad esporsi; sono tutti intimiditi dalla legge che ci vieta di partecipare alle campagne referendarie. Neppure nel periodo fascista era pensabile una cosa del genere!  Che dire, dunque: la mia è una disobbedienza civile, lo dichiaro apertamente. L’importanza politica e, direi, strategica di questo referendum è sotto gli occhi di tutti. Le dimissioni del Ministro Guidi ne sono la dimostrazione”.

Il sindaco ha poi affrontato in maniera più dettagliata le motivazioni del sì: “Si tratta di uno spreco. 400 milioni di euro buttati soltanto per evitare di associare il referendum alle amministrative. Questo dimostra la paura di Renzi. Si tratta – ha aggiunto –  di una battaglia politica strategica, soprattutto qui in Irpinia. Da diversi anni ci troviamo a combatte un progetto trivelle che coinvolge Irpinia e Sannio. Torella si trova a metà strada dell’area coinvolta insieme a Gesualdo, nel cuore del Parco Regionale Monti Picentini. Chiederei ad altri sindaci e a rappresentanti regionali, fra cui la Presidente del Consiglio Regionale D’Amelio, la loro opinione. Stuzzicarli sulla faccenda sarebbe più utile”.

“Il Petrolio è una fonte energetica del passato, non interessa la nostra area che, da tanto ormai, si è votata alle rinnovabili, in primis all’eolico. Ha scelto la valorizzazione dei centri storici, dei beni ambientali, dei parchi e delle oasi. Nulla di tutto ciò – ha dichiarato ancora Michele Di Maio – concilia con il petrolio. Abbiamo vinto la battaglia sull’eolico selvaggio. Una prima battaglia vinta, ma dobbiamo lavorare all’ obbiettivo ultimo: coinvolgere la nostra terra in un piano energetico regionale.

Mancano solo due settimane – ha concluso il sindaco di Calitri -, da qui ad oggi dobbiamo organizzare volantinaggio e riunioni nei quartieri per far sapere a chiunque che il 17 Aprile c’è un importante dovere da compiere alle urne”.

Al tavolo anche Roberto De Filippis del coordinamento irpino No Triv. Ha sottolineato l’importanza del referendum partendo dalla sua vera origine, lo Sblocca Italia: “Il tentativo di affossare il referendum è evidente, si tenta di isolare e spacchettare i movimenti notriv che stanno lavorando sul territorio. “La cosa non interessa l’Irpinia”, questo è quanto vogliono far credere per distogliere la nostra attenzione dal Referendum così da favorire l’astensionismo e il non raggiungimento del quorum. Con lo Sblocca Italia il Sud diventerà la riserva di petrolio nazionale di questo paese, un’Italia a due marce dove il Mezzogiorno continua a non contare nulla. Il Sud – ha spiegato De Filippis – paga lo scotto della mancanza di lavoro e oggi si è ridotta a ‘meta dei colonizzatori’. Lo Sblocca Italia, possiamo dirlo, è il regalo di questo Governo al profitto”.

De Filippis ha poi concluso: “Ciò che è diritto deve essere scorporato dal campo dei profitti. Il Governo sta tentando di regalare il nostro territorio alle lobby del petrolio e restringere gli spazi di democrazia. L’importanza di questo referendum è questo: con la sconfitta del sì l’Italia dimostrerà erroneamente di essere pronta al petrolio, non ci sarà più margine di salvezza per il resto delle aree. Il 17 Aprile è un passaggio, bisogna andare oltre e  portare allo scoperto la politica che governa la Campania e il suo piano energetico inesistente”.

A sostegno del sì anche Francesco Celli di Info Irpinia che ha messo in luce l’importanza del voto non solo a livello nazionale ma soprattutto locale: “Ci fanno credere tutto sia immutabile, è una falsità. Dobbiamo prendere consapevolezza delle nostre risorse, diventare comunità mettendo in pratica il cambiamento, non invocandolo soltanto. Il giorno subito successivo al referendum, il Premier Renzi guarderà la cartina dell’Italia per verificare l’affluenza alle urne e cerchiare le aree in cui l’affluenza è stata minore; è lì che porrà le sue mire speculative. Il referendum, insomma, non riguarda solo le 12 miglia marine, ma tutti noi. L’importanza del quorum – ha concluso –  acquista valore anche su base locale. La nostra terra ha avuto un grosso problema: la disonestà intellettuale. E’ ora di riprendere in mano le redini della nostra terra e del suo destino evitando di farci prendere nuovamente in giro”.

A seguito di Celli, la parola è passata al neo eletto Presidente del Forum dei Giovani della Campania Giuseppe Caruso. Per il Forum regionale la parola d’ordine è voto consapevole: “Non ci siamo dichiarati, in quanto Forum, né a favore del sì né del no. La nostra è una campagna informativa per un voto consapevole. In quanto alla mia posizione personale, voterò sì per due motivi principali. La problematica maggiore – ha spiegato Caruso – sarebbe avere per tanto tempo ancora questi mostri ecologici nei mari con la scusa di estrarre anche solo una piccola goccia all’anno. Facendo vincere il sì, dunque, eviteremmo un’ulteriore speculazione sul territorio. Il secondo motivo riguarda, invece, la risposta del territorio. La provincia irpina e la Regione devono dimostrare che non sono assolutamente favorevoli a sostenere le trivellazione e lo sfruttamento del petrolio a discapito dell’ambiente”.

A chiudere il convegno, la Presidente Provinciale Giovani Coldiretti Veronica Barbati che ha esaminato con i presenti la preoccupazione degli agricoltori e degli imprenditori del settore, i quali rischierebbero con le trivellazioni di subire un enorme danno economico:”Chi fa l’agricoltore non può prescindere dalla terra, non sostenere il sì a questo referendum per noi è impensabile. L’agricoltura oggi non è più solo terra: con la multifunzionalità è diventata sempre più territorio.

In passato – ha chiuso la Barbati – la disinformazione la faceva da padrone e un risultato negativo in casi di voto era pensabile, ora non più. Il pericolo di non raggiungere il quorum rappresenterebbe soltanto la nostra indisposizione verso la libertà. Abbiamo una scelta, spogliarci da quelle ipocrisie che ci teniamo addosso. Io sono per i diritti e i doveri, un dare e ricevere che dobbiamo esercitare in primis con la nostra terra”.

Rita Mola

Mi laureo in Lettere Moderne e mi specializzo in Filologia Moderna con il massimo dei voti nel 2013. Dopo quattro anni di esperienza in diverse testate online ottengo finalmente l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti...

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