Eventi e stazioni, road map per la ferrovia d’Irpinia

Adesso viene il bello! Probabilmente lo avevamo scritto o pensato già lo scorso anno, quando la Avellino-Rocchetta riaprì per la prima volta. Ma nel 2016 il tratto interessato portava dalla Puglia fino a Conza-Andretta-Cairano, una stazione che era stata più volte ambientazione degli eventi dello Sponz Fest, la stazione rimessa al mondo da Vinicio Capossela con i suoi concerti. Quella riapertura quindi era un’ottima notizia, ma una notizia limitante: relegava l’investimento e il progetto stesso della ferrovia turistica ai giorni del pellegrinaggio caposseliano, ne faceva quasi esclusiva della manifestazione tagliando un po’ fuori tutto il resto. Adesso viene il bello davvero, perché con la riapertura fino a Lioni si avvia una fase nuova, più inclusiva dell’intera Alta Irpinia. Significa che oltre alle suggestioni del maestro calitrano, è subentrato altro: c’è una precisa volontà politica, della Regione Campania, e anche l’interesse economico di Fondazione Fs (come è giusto che sia), di puntare su un’infrastruttura alla quale è stato riconosciuto valore storico e paesaggistico.

Il treno per adesso sferraglierà sui binari solo per tre giorni, dal 25 al 27 agosto, ma per arrivare fino a Lioni bisogna passare per Morra De Sanctis e significa arrivare a cinque chilometri dalla splendida Abbazia del Goleto, che da un discorso sul turismo da queste parti proprio non può restare fuori. E un passo più avanti ci sono le stazioni di Nusco, Montella e Bagnoli Irpino, dove stando agli annunci il treno arriverà in occasione delle grandi sagre di autunno. Probabilmente, sempre secondo le dichiarazioni ascoltate a Lioni oggi, entro la primavera (ma andrebbe bene anche la prossima estate) verrà completata la riapertura della tratta fino ad Avellino includendo nel percorso i paesi delle Docg da Montemarano a Taurasi e Lapio.

Il treno c’è, le risorse sono state recuperate, le competenze tecniche degli ingegneri e operai di Rfi sono altissime. Esiste pure già un brand, Ferrovia dell’Irpinia, utilizzato da Fondazione Fs per la promozione di questo weekend di viaggi. Il tutto sembra possibile. Ma adesso viene il bello perché se è vero che Fondazione Fs ha già realizzato ricerche di mercato per capire cosa vogliono i turisti e i viaggiatori che decidono di acquistare il biglietto di un treno lento come questo, è altrettanto vero che il treno non basta.

LE STAZIONI – Sono la porta di accesso ai paesi, la prima cosa che si incontra nel momento in cui mette piede a terra. Le stazioni sono o in pessimo stato oppure troppo piccole: scatolette in muratura. Prevedere quindi fermate da subito in tutte le stazioni forse è azzardato. Vanno restaurate e rese minimamente accoglienti anche per la semplice attesa. La Regione sta lavorando a dei bandi per la loro sistemazione, al momento però non si conoscono con precisione i tempi.

 

I COLLEGAMENTI – L’unica stazione veramente al centro del paese è quella di Lioni. E’ un aspetto non di poco conto e per questo lo ripetiamo spesso. Una stazione collocata a pochi metri dal Corso e dalla piazza principale, ma soprattutto in un’area urbanizzata parte sicuramente avvantaggiata perché il turista, o visitatore che sia, ha la facoltà di muoversi autonomamente. Il problema si presenta per quasi tutte le altre. In molti casi le stazioni sono a valle di paesi i cui centri abitati distano diversi chilometri dai binari. Vanno quindi organizzati dei servizi navetta o taxi su chiamata. 

GLI EVENTI – Manca una regia degli eventi e su questo, magari utilizzando il tavolo del Progetto Pilota dove tanto si è parlato di turismo in questi due anni (o qualsiasi altro tavolo purché lo si faccia!), i sindaci dovrebbero lavorare seriamente. Eventi che si affollano tutti nel periodo estivo, peggio ancora ad agosto e nelle stesse serate; e lo stesso accade a dicembre. Un bel calendario studiato e un po’ di fantasia potrebbero facilmente risolvere il problema. L’obiettivo massimo dovrebbe essere quello di riuscire a offrire eventi lungo tutto l’arco dell’anno, almeno nei weekend. L’obiettivo accettabile sarebbe farlo in 3-4 periodi (agosto, ottobre, dicembre e aprile, ad esempio), tanto per iniziare.

IL PAESAGGIO – Va curato, è un’ovvietà ma non si può prescindere dalla cura del paesaggio se si vuole fare turismo storico-paesaggistico. Non ci riferiamo alle battaglie per l’eolico, bensì a cose molto più spicciole come la pulizia delle strade e dei binari.

PS: il treno di cui stiamo parlando non è un treno di linea. Non è il treno da trasporto passeggeri che devono andare ad Avellino per lavoro. Non è un treno per studenti. Stiamo parlando di altro.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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