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Federalismo differenziato: il Veneto scappa, la Campania annuncia battaglia

“La Regione Campania è pronta non solo a ricorrere immediatamente alla Corte Costituzionale, ma a portare avanti una battaglia politica e culturale, nello spirito di un nuovo risorgimento, se si dovessero realizzare queste spinte che vogliono disgregare il Paese”. È questa la posizione della Regione Campania, espressa dal governatore Vincenzo De Luca, sul tema del federalismo differenziato e della relativa proposta avanzata da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Tre regioni del Nord Italia che stanno spingendo, facendo leva sul peso della Lega nel governo Conte, per una maggiore autonomia che però penalizzerebbe il Sud. Non solo le uniche realtà a essere interessate, ma ad oggi sono quelle che hanno lavorato di più e sono già a buon punto per contrattare con Roma la modifica degli accordi. Tant’è che questa sera, sul tavolo del Consiglio dei Ministri, arriverà già l’intesa raggiunta dal Veneto con il ministero di Economia e Finanza.

La contrapposizione Nord – Sud quindi è presto servita. Ma ricondurre tutto a una battaglia solo campanilistica o meridionalista sarebbe riduttivo. In ballo ci sono miliardi di euro e la qualità dei servizi. L’articolo dell’intesa tra Stato e Regioni che chiedono maggiore autonomia prevede l’idea che la spesa dello Stato sia destinata a cambiare in base ai fabbisogni parametrati al reddito fiscale, sulla scorta della storica convinzione di un Settentrione che paga le tasse e di un Meridione che non lo fa.

Di tutt’altro avvisato Palazzo Santa Lucia, le cui stime diffuse ieri in una conferenza stampa dicono che la pressione fiscale è uguale, se non addirittura più alta al Sud, mentre le risorse pubbliche pro-capite sono inferiori al Sud rispetto al Nord. La Campania ha un valore di spesa pubblica di 10.800 euro pro-capite, il Centro-Nord 14.200 euro. Questo si traduce in un divario nei servizi essenziali alla persona. Pensiamo alla Sanità: in Campania la spesa dello Stato è di 1773 euro pro-capite rispetto ai 1835 euro dell’Emilia, ai 1871 euro del Veneto e ai 1812 euro della Lombardia. Dati che non tengono conto delle aspettative di vita più basse in Campania rispetto al Nord e delle condizioni socio-economiche nettamente più basse a Napoli rispetto a Milano. Sulla sicurezza la spesa pro-capite sia 224 euro in Campania e 250 euro al Centro-Nord. “Un messaggio da recapitare al ministro dell’Interno”, ha sottolineato De Luca che nella battaglia contro il Nord ha trovato sponda in un pezzo importante della sua opposizione in Consiglio regionale, il centrodestra di Stefano Caldoro.

Getta acqua sul fuoco invece il M5S con la consigliera regionale e fedelissima di Luigi Di Maio, Valeria Ciarambino. “I cittadini devono stare tranquilli perché il Movimento costituisce la garanzia che l’autonomia si farà nel rispetto del Sud e degli equilibri nazionali”, ha recentemente dichiarato in una seduta del parlamentino regionale.

Di tenore opposto le dichiarazioni della senatrice di Forza Italia, Sandra Leonardo: “Leggo sui giornali che il Sud sta insorgendo perché in giornata, approderà in Consiglio dei Ministri, il testo che assegna l’autonomia alle regioni del Nord di ben 23 materie, e le coperture finanziarie, verranno garantite direttamente dal ricco gettito fiscale delle stesse regioni che diventeranno autonome. Alla faccia del fondo di perequazione (il fondo persegue l’obiettivo di rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale lo svolgimento delle funzioni attribuite da leggi dello Stato al sistema delle Camere di Commercio – anche attraverso le Unioni regionali – favorendo il conseguimento di un equilibrio economico soddisfacente, il miglioramento dei loro servizi e la crescita della loro efficienza). 

E continua: “Si creerebbe, proseguendo sulla strada delle autonomie alle regioni più ricche, un Paese nel Paese, Nord ricco, Sud povero.  Sono stata la prima a dare l’allarme, proprio parlando nell’Aula del Senato, lanciai un appello a tutti i Rappresentanti del Sud, ma nessuno lo raccolse. Leggo dalla stampa di oggi che ora tutti sono allarmati. Meglio tardi che mai. Salvini sta portando avanti il progetto iniziale della Lega Nord, e cosa più assurda, con l’appoggio degli elettori del Sud. L’aver fatto sparire la parola Nord, dal suo partito, è stato quindi uno specchietto per le allodole. Complimenti  Sud!!! Il lupo cambia il pelo, ma non il vizio”.

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