Festa del libro a Sant’Andrea, un raggio di sole

Maurizio De Giovanni è stato la ciliegina sulla torta, mercoledì sera a Sant’Andrea di Conza. Ultimo appuntamento di una Festa del Libro che quest’anno ha dovuto combattere con un nemico ostinato, il maltempo. Ma per De Giovanni, e per i giovani e meno giovani scrittori irpini del salotto letterario, il cielo si è aperto scacciando via le nubi. Intervistato da Erberto Petoia, il giallista partenopeo ha presentato al pubblico, arrivato anche da Bari e Barletta, il suo ultimo lavoro: “Il purgatorio dell’angelo”. Un libro che ancora una volta vede protagonista la città di Napoli che, ha sottolineato, “ha la particolarità di avere le periferie in centro, i cosiddetti quartieri, e la borghesia nell’area collinare”.

Sulla terrazza dei giardini dell’Episcopio, De Giovanni ci è arrivato dopo aver passeggiato tra i vicoli santandreani. Inaspettata e discreta la sua apparizione al salotto letterario di Largo Limongelli dove, moderati dal direttore di IrpiniaPost Giulio D’Andrea, sei autori del territorio hanno conversato sui loro libri. Le poesie de “La misura del silenzio” di Davide Cuorvo, il romanzo distopico “Anime stanche” di Michele Clemente, il carpe diem politically incorrect di “Allegri che tra poco si muore” di Luigi Capone, le vite che si incastrano de “La voce che non conosci” di Marianna Iannarone, le rime per bambini di “Leo e Lio, liberi e curiosi” di Chiara Cavallaro e la disillusione di “70 revisited” di Carlo Crescitelli.

“Quando uno inizia a scrivere non decide il genere, è la storia a sceglierlo con forza”, ha spiegato poco dopo De Giovanni nel suo talk, anticipando che il suo prossimo giallo avrà come voce narrante il femminiello Bambinella, con i suoi pettegolezzi e consigli. Intanto i vicoli, gli archi, le scalinate e i portali di Sant’Andrea, all’imbrunire, si animavano di magiche presenze. Dei profumi esotici della cucina venezuelana in omaggio alla numerosa comunità presente in paese, della tradizione gastronomica della signora Teresa Giraulo con i suoi spettacolari ziti attorcigliati, delle chiacchiere fino a tarda notte di giovani e anziani, placidamente accomodati sui divanetti rustici fatti di fieno, coccolati dalle luci e dai cuscini, o danzanti e cantanti i testi di Rino Gaetano sotto al palco dei Sei Ottavi.

“E’ stata una bellissima edizione, nonostante il maltempo che ci ha più volte complicato la vita costringendoci a cambi programma e non permettendoci di esprimere al meglio le potenzialità del nostro centro storico”, commenta soddisfatto il sindaco Pompeo D’Angola. “C‘è stata una bella festa, partecipata, i vicoli erano pieni. E’ arrivata gente da fuori provincia, malgrado la concomitanza dello SponzFest. E ringrazio i tanti volontari che hanno permesso un’atmosfera così magica”. Per lui sei edizioni di una manifestazione che porta la firma delle associazioni cittadine e della sua amministrazione e che si candida a essere presente anche nel 2019 nel cartellone degli eventi culturali altirpini. “Credo che chiunque amministrerà Sant’Andrea nei prossimi anni – aggiunge il primo cittadino alla scadenza del suo secondo mandato – a prescindere da tutto porterà avanti il progetto Festa del Libro e la Rassegna teatrale. Sono 41 anni che qui facciamo cultura, lo stesso SponzFest cui auguriamo lunga vita, deve farne ancora di strada”. E proposito del circus caposseliano che quest’anno si era detto dovesse approdare pure a Sant’Andrea il sindaco chiarisce: “Dovrebbero spiegarla a qualche mio concittadino, la loro mancata presenza”. 

 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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