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Giù l’ultimo silos di Isochimica, ‘Momento storico’

Era stata uno degli argomenti caldi della campagna elettorale per le Regionali 2015. Vincenzo De Luca l’aveva citata più volte assumendo l’impegno di procedere a una bonifica che la città di Avellino attendeva da tempo. Anche l’ex ministro Fabrizio Barca, con il progetto Luoghi ideali, ne aveva fatto tema di discussione e azione politica su segnalazione del circolo Foa di Avellino con l’allora segretario Giovanni Bove.

Stiamo parlando della ex Isochimica, nel cuore di Borgo Ferrovia. Pianodardine, area industriale avellinese generata dalla città e a essa mescolata. Le case in mezzo alle fabbriche, le fabbriche in mezzo alle case. Negli anni ’80 luogo deputato allo scoibentamento dei treni. Dopo la chiusura luogo di morte per la grande quantità di amianto presente al suo interno. Una bomba ecologica che dopo anni di rimpalli finalmente sta scomparendo.

“Giù l’ultimo silos di Isochimica di Avellino. Un momento storico in cui liberiamo l’Irpinia da una “bomba ambientale”, dopo 30 anni – il commento su Facebook del governatore della Campania Vincenzo De Luca – Il taglio con il calo a terra del silos grande, alto oltre 20 metri, costituisce l’intervento più complesso e significativo di questa fase della bonifica cominciata lo scorso anno e per la quale la Regione ha già stanziato 8,5 milioni di euro. Una volta finiti i lavori, i quattro ettari dello stabilimento verranno restituiti ai cittadini avellinesi”.

Soddisfazione espressa anche da Roberta Santaniello. L’esponente PD è stata tra le figure tecniche che hanno seguito i lavori per conto di Palazzo Santa Lucia.
La definisce “un’operazione storica, la più vasta operazione di bonifica dell’area finanziata dalla Regione Campania. Seguire le operazioni in questi mesi insieme al Comune di Avellino, Michelangelo Sullo, e Augusto Penna (l’assessore all’Ambiente comunale, ndr) è stata per me una esperienza importantissima. Grazie alla Regione e al Comune di Avellino presto cominceremo le operazioni di bonifica”.

Parallelamente restano in piedi la battaglia per il riconoscimento dei diritti degli operai ammalatisi e deceduti a causa dell’amianto, battaglia che va avanti da molti anni mentre niove vittime si aggiungono alla lista, e quella giudiziaria con l’inchiesta della Procura di Avellino che vede imputati manager, tecnici e amministratori.

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