IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

Carmela Grasso tra Ariano e Alta Irpinia. La candidata del centrodestra proiettata verso il 4 marzo. Con lei entriamo nelle tematiche dei prossimi anni. Sviluppo o deserto, “solo le aziende private possono invertire la rotta”. 

Dottoressa, la campagna elettorale è alle battute finali. Ormai possiamo lasciare da parte le dinamiche politiche, le alleanze, perché la parola passerà presto agli elettori. Intanto come ha vissuto queste settimane?

Innanzitutto con molto entusiasmo perché è la prima volta che mi trovo catapultata su una ribalta politica nazionale. Ma le ho vissute pure con la giusta dose di tensione. Ho dovuto sacrificare le mie abitudini, la famiglia, il lavoro, e questo mi ha disorientata abbastanza. Per fortuna la campagna elettorale è solo una parentesi, e speriamo di chiuderla positivamente.

Veniamo subito ai temi. Carmela Grasso ha parlato di sanità, lavoro, turismo per il rilancio dell’Irpinia. E i suoi competitor hanno fatto lo stesso. Lei come affronterebbe il discorso occupazione? 

Effettivamente a me queste tematiche stanno a cuore come donna, come professionista e ancor più come cittadina di un territorio che negli ultimi anni è stato penalizzato fortemente. Più che gli slogan elettorali a me interessano i contenuti veri, reali, le ricadute che poi ci saranno al di là delle promesse di circostanza. L’Irpinia sta scontando maggiormente la crisi perché è il riflesso diretto della crisi demografica e dell’emigrazione dei giovani, costretti ad andare via per il lavoro che qui non c’è. Se invece l’Irpinia torna ad essere competitiva allora sì che attirerà pure investimenti e capitali. Sono le aziende a creare lavoro, a dare lavoro. Non lo Stato. Per questo le prime vanno sostenute e incoraggiate, non vessate da una tassazione implacabile che poi costringe molti imprenditori a delocalizzare o comunque a non assumere dipendenti. Il lavoro ha bisogno di incentivi, di aiuti solidi. Non di chiacchiere.

Che fare di quelle aree industriali che negli anni hanno perso tanto ma che intanto ci sono, e a volte contengono realtà importantissime? 

Molte aree irpine scontano disagi seri legati pure alla carenza di infrastrutture. Non vanno abbandonate, sarebbe un danno ulteriore che si recherebbe al territorio. Al contrario vanno potenziate mediante una politica industriale mirata a favorire la ripresa delle stesse con piani di rilancio ad hoc, ma pertinenti al territorio dove insistono. Ad oggi molte aziende hanno solo beneficiato di incentivi lasciando poi a piedi i dipendenti. Prendere il bottino e scappare è una concenzione superata, per fortuna. Le aree industriali devono decollare anche mediante una apposita rete. Vanno messe a sistema.

E quando parla di turismo da potenziare che intende? Pensa a una serie di distretti come quello del Partenio?  Ad altro?

L’istituzione dei distretti turistici è una grande iniziativa. Turismo ad oggi solo sbandierato però, di concreto non c’è nulla  in provincia. Ben vengano se si muovono nell’ottica della promozione di un territorio che vanta un patrimonio inesauribile di eccellenze. Si tratta di una misura che va sostenuta e incentivata, almeno se si vuole davvero operare un cambio di rotta attraverso una gestione più intelligente di una filiera mai seriamente decollata.

Negli anni scorsi una parte del centrodestra, in maniera palese o sottotraccia, ha criticato e a volte ostacolato il rinnovo della figura del commissario della ricostruzione e quindi per la Lioni-Grottaminarda. Il commissario significa velocizzare i tempi oppure crede si possa fare senza? E che futuro vede per la strada con un governo di centrodestra?

Intanto vedo un governo di centrodestra nel futuro prossimo di questo Paese. Spero di farne parte attivamente per portare a quei livelli la causa del nostro territorio e per portare a termine, ma davvero, le eterne incompiute di questa provincia. Sul commissariamento avrei qualche perplessità. Purtroppo in questo Paese si va avanti solo così. Se un commissario serve per portare a termine quel cantiere allora sì, purché non si perda altro tempo. Sennò siamo già in ritardo rispetto al futuro.

In uno dei suoi incontri ha esclamato “ma cos’è questo progetto pilota?”. Lo ha detto perché non condivide lo spirito della strategia delle aree interne o perché crede sia stato gestito male?

Credo che sia stato gestito in maniera dispotica e univoca, non certo per fare gli interessi di un territorio. Lo ribadisco: il progetto è buono in sé, è il pilota che non va.

Abbiamo ascoltato i suoi interventi in questi giorni. Quando dice di volere un circolo di Forza Italia in ogni comune per esempio. E’ senza dubbio una richiesta legittima, i vostri sindaci in effetti sono rimasti un po’ soli, nel mezzo di una guerra combattuta dall’ex Udc demitiano e da una parte del Pd. Lei assicura una sua presenza diretta o quella del partito a prescindere dall’esito delle elezioni per i prossimi tempi?

Forza Italia deve assolutamente radicarsi sul territorio e questa potrebbe essere l’occasione giusta per riconquistare simpatizzanti. Il consenso si ottiene con la presenza fissa, costante non solo a scadenza elettorale. A prescindere dal risultato io ci sarò. Dò la mia disponibilità a esserci perché l’abbandono del territorio, di questo territorio, è inaccetabile.

Se dovesse vincere quale sarà il suo primo impegno?

Giovani e lavoro. Per me si deve assolutamente ripartire da qui. E’ la priorità.