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I numeri non mentono, sulla scuola l’Alta Irpinia è senza visione

Domenica scorsa il professore Gerardo Vespucci, per diversi anni dirigente scolastico in Alta Irpinia, ha consegnato al Quotidiano del Sud i numeri delle pre-iscrizioni alle scuole superiori dell’area.  I dati (in fondo all’articolo) non sono entusiasmanti, ma per la verità non sono neppure sorprendenti. Quello che dicono è che continua il lento e inesorabile calo di iscritti, figlio del calo di ragazzi licenziati dalle scuole medie, frutto del calo delle iscrizioni alle elementari, conseguenza del calo della natalità, che al mercato mio padre comprò…

Questioni ben note in Alta Irpinia e non solo. Non a caso sul territorio, sul quale insistono sei scuole superiori, derivanti dalla razionalizzazione delle dirigenze scolastiche e da accorpamenti susseguitisi negli ultimi trenta anni, non a caso – dicevamo – c’è da un quinquennio un progetto della Strategia nazionale aree interne che dovrebbe incidere su occupazione e livello dei servizi essenziali per frenare lo spopolamento. E uno dei servizi è proprio la scuola, anche se il dibattito si è quasi sempre concentrato soltanto sulla battaglia alle pluriclassi.

Se il dato complessivo fornito da Vespucci non sorprende, è utile guardare il dettaglio. C’è la conferma di una tendenza diffusa in tutta Italia (ad eccezione delle regioni più industrializzate e avanzate come Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Toscana): i quattordicenni preferiscono iscriversi ai licei anziché ai professionali o agli istituti tecnici. In Alta Irpinia quasi il 60% fa questa scelta. Spopolano quindi percorsi di studio indubbiamente formativi dal punto di vista culturale, e del resto i licei altirpini sono da sempre sinonimo di qualità. Percorsi che però consegnano nelle mani dei diplomati pezzi di carta quasi mai spendibili nel mercato del lavoro, maturità che non danno accesso alle professioni, titoli che un tempo si definivano “non finiti”.

La conseguenza è che l’unico geometra dell’area, quello di Lioni con la sua storia ultracinquantennale, viene condannato all’estinzione, e non va meglio nei vari indirizzi tecnico-commerciali dell’intera Alta Irpinia. “Eppure ogni 23 novembre parliamo di quanto sia importante la prevenzione sismica, l’edificato sicuro”, dice in sintesi Vespucci nella sua riflessione. Aggiungiamo che tra Bim e Bonus 110% nel settore le novità certo non mancano e formarsi potrebbe aprire la strada a opportunità lavorative, per di più nella terra della vincente Acca software.

Altro risultato della corsa ai licei (che comunque perdono iscritti anch’essi di anno in anno) è il fallimento dell’agrario di Calitri/Calabritto. L’indirizzo, istituto un paio di anni fa, ha mostrato immediatamente il suo scarso appeal tra gli adolescenti altirpini. Le iscrizioni si contano sulle dita di una mano. E sono il simbolo della sterilità di un decennio di dibattito sul possibile futuro agricolo delle nostre terre. Ma sono pure il simbolo del totale scollamento tra scuola-famiglie e realtà. Sono serviti un finanziamento regionale ad hoc e la fondazione Bruno per avviare l’unico progetto di concreta connessione formazione/lavoro attualmente presente in zona: l’Its Bruno per la meccanica e meccatronica. I ragazzi vengono effettivamente assunti, ma è un corso post diploma.

Ieri pomeriggio invece nel corso di un webinar organizzato nell’ambito del progetto pilota abbiamo appreso che uno studio di progettazione e ricerca forestale di Firenze sta lavorando alla realizzazione di una mappa di comunità dell’Alta Irpinia (ne abbiamo parlato qui). L’occasione è stata utile per visitare il sito internet dello studio (Rdm progetti, ndr) e notare che al suo interno lavorano periti agrari, dottori forestali, geologi e informatici. Il team sta studiando il nostro territorio, dove nascerà (almeno è l’intento) un’agenzia forestale. Un soggetto di cui ancora non si è capito tantissimo, se non che dovrebbe creare Pil e occupazione sfruttando la montagna altirpina.

In un contesto del genere, dove si immaginano opportunità lavorative legate ai boschi e alle foreste, un istituto agrario potrebbe dire la sua, potrebbe rappresentare il punto di arrivo o di partenza della formazione di giovani che acquisiscono competenze spendibili in loco e non costretti a fare le valigie. Per giovani forestali, e non stiamo parlando degli operai delle comunità montane.

Ora, è vero che qui si procede a rilento, a rilentissimo. Che sono più di due anni che parliamo di agenzia forestale (anzi, pre-covid si parlava di azienda forestale), è vero che il progetto è fermo ancora alla fase di ascolto, che poi dovranno essere materialmente erogati i fondi, che le eventuali attività immaginate dovranno essere messe a regime. E’ vero tutto, ma è altrettanto vero che le iscrizioni nelle scuole non torneranno a salire finché non ci saranno sul posto lavoro e professionalità adeguate a svolgerlo, finché le famiglie non potranno formarsi qui e mettere al mondo figli.

Ma quanto di tutto questo viene spiegato agli adolescenti altirpini? Quanto è in grado la scuola di raccontare ai ragazzi ciò che accade sul territorio? Quanto è in grado di creare suggestioni? Di orientare scelte, di essere guida? Quanto i docenti delle scuole medie altirpine conoscono di ciò che avviene attorno a loro? E quanto il territorio, che sia la politica che siano gli amministratori che siano gli imprenditori che siano i genitori, riesce ad affascinare i giovani e a dare loro modelli che vadano oltre l’essere avvocato o chef?

A guardare i numeri, la risposta probabilmente è molto poco. Ci sarebbe bisogno di un sano marketing scolastico, che non sia solo una corsa ad accaparrarsi un’iscrizione in più del morente istituto concorrente.

 

474 NUOVI ISCRITTI (dati tratti dall’articolo di Gerardo Vespucci su Quotidiano del Sud del 31 gennaio 2021)

PER TIPOLOGIA DI INDIRIZZO
284 iscritti ai licei (165 Sant’Angelo-Caposele, 63 Montella-Nusco, 45 Calitri, 11 Lacedonia)
125 iscritti ai tecnici – economici (62 Montella-Bagnoli, 10 Lioni, 13 Calitri, 15 Sant’Angelo, 15 Bisaccia, 10 Lacedonia)
65 iscritti ai professionali-alberghieri (55 Lioni, 10 Lacedonia)

PER ISTITUTO
125 al “D’Aquino” di Montella (sedi a Montella, Bagnoli, Nusco)
65 al “Vanvitelli” di Lioni (sede a Lioni)
180 al “De Sanctis” di Sant’Angelo dei Lombardi (sedi a Sant’Angelo, Caposele)
58 al “Maffucci” di Calitri (sedi a Calitri, Calabritto)
31 al “De Sanctis” di Lacedonia (sede a Lacedonia)
15 al “Fermi” di Vallata (nella sezione di Bisaccia)

 

Ps: a scanso di equivoci chi scrive su questa testata ha orgogliosamente conseguito una maturità liceale qualche decennio fa.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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