I paesi e lo Sponz/1. Aquilonia secondo Virginio

“Lo Sponz Fest ad Aquilonia? E’ un semplice ma significativo invito a considerare i luoghi intorno al cemento, a rivalutare quello che c’è oltre al centro ricostruito”.

Quello di Virginio Tenore è un volto abbastanza noto, in quel di Aquilonia e non solo. Ingegnere e musicista, co-fondaore dei Makardia, è anche nel trio della direzione artistica dello Sponz Fest 2015, dal 24 al 30 agosto. Insieme a Franco Fiordellisi… e a Vinicio Capossela, ovvio. Quest’anno, un po’ come nella passata edizione, il festival ideato dal cantautore è itinerante. Il centro nevralgico è sempre Calitri ma si toccherà anche Aquilonia. Visitata da mariachi e altri artisti. Da bambini che impareranno a panificare oppure da “viandanti” in cerca di paesaggi.

 

“Oggi in questo paese bisogna tradurre quello che è stato in quello che può essere. E uscire fuori dal cemento”, insiste. “Qui, come in altri posti in Irpinia, un evento nel centro ha più appeal rispetto alla Quercia di San Vito magari. O al borgo di Carbonara. O rispetto alla campagna, in generale. Ma con lo Sponz si consiglia di guardare e riguardare l’ambiente. Non è un’abitudine nuova andare a San Vito per uno spettacolo. Ma è una nuova modalità non scendere in auto. E poi riflettere e pensare e godersi un momento, non solo mangiare”.

Borgo di Carbonara

Qualche settimana fa architetti e designer hanno studiato da vicino il borgo di Carbonara, distrutto dal terremoto del 1930. Per provare a ricostruirci qualcosa. Su quelle giornate e sul seguito un’attenzione mediatica spaventosa, articoli agenzie e giornali nazionali. “Già, però abbiamo dovuto anche sopportare le critiche. Coi soldi pubblici ve ne andate in campagna? Così hanno detto. La risposta è stata ed è la stessa. Sì. Per superare la noia del cibo e della piazza. Ma anche e soprattutto per scommettere su qualcosa di più duraturo di una mangiata, sulla rigenerazione dei luoghi. Dobbiamo fare altre cose in provincia e ad Aquilonia. Magari riprovare a rifare la “turniata” del 9 maggio con le pecore e le vacche, che non ci sono più. Quest’anno abbiamo mangiato la pizzetta e tutti a curcà. E basta! Lo Sponz può lasciare un grande patrimonio, anche se molti non ne coglieranno il senso. Ma non solo ad Aquilonia”.

ACCENDI LA PAGLIA

Dopo il primo anno, una sorta un prova, pochi soldi ed entusiasmo a tremila, il festival è esploso. Il secondo anno molti più soldi. Adesso più del primo ma la metà del secondo. Centomila euro per decine di artisti, gruppi da ogni parte del mondo. E per sette giorni di festa che almeno a Calitri producono un buon indotto durante tutto l’anno. Insomma, non sono tanti rispetto ad altre manifestazioni. E non sono tanti rispetto al ricchissimo programma. Così l’entusiasmo per l’organizzazione di un evento unico non cala. “E’ giustissimo – spiega Virginio -. Di certo mica ci lamentiamo del finanziamento diminuito? Tu organizzatore di qualcosa devi capire che a un certo punto ti devi auto-sostenere. Se sei bravo – come si dice? – sale l’appeal, il brand. Chiedi sponsor e cammini da te. Lo Sponz non è uno spendere soldi della comunità europea. Mò la paglia pè appiccia lo ffuoco ce la devi mettere tu. Ogni comunità deve sentirsi coinvolta e lavorare sull’accoglienza”.

“Dall’anno scorso pochi hanno preso quel treno che Capossela aveva immaginato. Poteva sorgere un gruppo di Quadriglia ma non è nato. Nei comuni non sempre si pensa sempre alla rigenerazione dei posti. I muli, simbolo dell’edizione 2015, non sono apparenza come qualcuno dice oggi. E’ dire che ad Andretta, alla Matinella, c’è il Vallone della Madonna. Ragazzi, avete posti meravigliosi sotto casa vostra e nemmeno lo sapete! Sfruttiamoli per costruire esperienze di vita, non case. Ci vuole coraggio e impegno a restare qui in Irpinia, lo sappiamo. Ma dobbiamo dimenticare quello che è stato”.

LO SPONZ NON E’ UNA SAGRA, NON E’ UNA MANGIATA

“Non è una sagra e una mangiata – continua Virginio come un fiume in piena -. Quest’anno lo Sponz Fest sarà soprattutto far vedere boschi e sentieri. Il turista non si innamora dei paesi ricostruiti, col cemento e le piazze piene solo d’estate. Le comunità devono essere brave a capire il senso del festival. Tu non devi guadagnare in questi giorni! Non devi fare ferro e fuoco per qualche euro in più. Ti devi mostrare sorridente. Il tornaconto si vedrà nei mesi successivi, sempre se sei bravo. L’anno scorso i ristoratori di Calitri non hanno ottenuto chissà cosa durante le giornate dello Sponz. Ma durante l’anno si sono accorti degli effetti positivi della manifestazione, con la gente che tornava o spediva parenti e amici, col passaparola. Certo sarebbe una buona cosa rifare un’edizione invernale del festival, vedremo. Se riempi il Bed and Breakfast per sette giorni non hai fatto niente. Dovresti riempirlo i weekend di tutto l’anno. Ora – conclude – il nostro piccolo mondo deve fermarsi e aprirsi al mondo”.

 

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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