‘I Sì Triv? Noi abbiamo più argomenti, abbiamo soprattutto un’idea di Irpinia’

Goffredo Pesiri, del comitato “No trivellazioni petrolifere in Irpinia”, non sembra temere il fronte Sì Triv. Per un motivo semplice: “Non c’è nulla all’orizzonte, il dibattito non ha senso”, dice. E soprattutto afferma: “Abbiamo più argomenti di loro”. Dopo l’ok delle regioni al referendum sullo Sblocca Italia, dopo la nascita del fronte dei favorevoli al petrolio, lo abbiamo sentito…

Goffredo, anni di battaglie e salvo sorprese ora si arriva al referendum. Che tipo di consultazione sarà? Politica? Ideologica?

Come comitato abbiamo seguito la scia del coordinamento nazionale, che mirava a sensibilizzare prima le regioni. Com’è noto con l’attuale testo dello Sblocca Italia si superano le competenze regionali in materia. Questo è sempre bene chiarirlo. Per rispondere, vedo questo referendum come una possibile assunzione di responsabilità da parte della politica. Ora non ci sono più scuse. Chi si è espresso contro le trivellazioni avrà uno strumento per rivendicare le proprie posizioni, e soprattutto per ridare alle regioni i poteri decisionali. Con il voto si mettono anche alla prova quei politici, di tutti gli schieramenti, che forse hanno detto un “no al petrolio” di convenienza. Insomma, vedremo. In ogni caso il referendum rappresenta anche e soprattutto un momento per dire sì a un nuovo modello di sviluppo, parlo per l’Irpinia. Non un modello bucolico, ma uno in cui gli industriali più sensibili possano continuare a investire in un territorio essenzialmente a vocazione agricola. Ricordiamo inoltre che il referendum non mette al riparo dal petrolio, è proprio per questo che lavoriamo per rendere il voto una scelta per crescere.

Si è espressa la politica, quindi consiglieri regionali, aspiranti tali o parlamentari, Si sono espressi i sindaci e gli imprenditori, la Provincia o le ProLoco. Ora per la prima volta, anche se il referendum non è tecnicamente contro il petrolio, si dà direttamente voce alla gente. Molti irpini potrebbero essere attratti dalla prospettiva “petrolio uguale posti di lavoro”?

Penso che il voto sarà anche influenzato da come si muoverà la politica…

Dici che molti non siano in grado di scegliere in autonomia?

Assolutamente no, non dico questo. Ma i politici in questa provincia restano punti di riferimento per tante persone, è innegabile. In realtà ho fiducia totale nei più giovani. Registro nelle nuove generazioni il principio secondo cui non possiamo più vivere da terremotati, per cui arrivano i soldi pubblici e ci sistemiamo. Loro vogliono prospettive, non assistenzialismo. Sanno che una 219 non arriverà più.

Ok i giovani. E i più anziani, i disoccupati o gli inoccupati?

I più anziani sono stati a contatto con la terra per una vita, non credo siano attratti dal miraggio del petrolio. La gente qui vede le cose per come sono, salvo quindi una sorta di dipendenza atavica dalla politica da parte di qualcuno. E poi parliamoci chiaro! Al momento il petrolio non c’è, non c’è neanche la chimera del guadagno. Esiste un progetto di cui non si conoscono gli esiti, che potrebbe favorire l’esplorazione. Noi lottiamo anche contro questo, è chiaro, con tutti i rischi descritti in questi anni. Ma soprattutto lavoriamo perché dal superamento dello Sblocca Italia si possa finalmente operare per un rilancio concreto di queste terre: quindi mettere alcuni paletti, bloccare le speculazioni e vedere investimenti e benessere in una cornice ambientale sana, in cui si possa vivere decentemente.

Quindi al momento non ritieni i Si Triv un avversario sul piano del consenso?

Guarda, rispetto ai Sì Triv penso che ad oggi non esistano elementi oggettivi nemmeno per creare un dibattito. Noi però andremo oltre. Ripeto, il referendum sarà occasione per costruire un’Irpinia diversa.

La gente ha bisogno di lavoro, con o senza petrolio. Non pensi che oggi gli imprenditori possano fare opinione come e più dei politici in Irpinia?

Lo penso eccome. Infatti la posizione “No Petrolio” ha avuto il sostegno di quelli più virtuosi e sensibili. Parliamo di De Matteis di Pasta Baronia, del Consorzio Tutela del Vino, mi viene in mente Antonio Cianciulli di Acca Software, la Zuegg. Insomma, tantissimi.

Ma qui tra gli industriali non tutti la pensano allo stesso modo.

Gli imprenditori legati al territorio, in connessione con il territorio, quelli che amano il territorio e investono, sono contrari al petrolio. Poi c’è chi non è interessato allo sviluppo di questa provincia e ha parlato in maniera diversa, almeno in qualche occasione. Come lo stesso presidente di Confindustria, Sabino Basso. In quel caso le sue parole mi hanno lasciato perplesso. Lui investe in Irpinia… beh forse probabilmente pensa anche ad altro.

Diciamo che Basso non ha detto sì e nemmeno no. Ha detto “valutiamo”.

Vero, ma ci si aspettava di meglio. In ogni caso penso che chi si dichiari favorevole alle trivellazioni mostri poca fiducia nel territorio. Spesso non si ha la forza ideologica per pensare che l’Irpinia possa avere qualcosa in più. Un modo di pensare molto triste.

Rifaccio una domanda. Sarà un voto ideologico?

Diciamo che più che ideologico si potrà interpretare come un voto favore di un’idea d’Irpinia diversa da quella che è ora, che valorizzi sul serio le sue migliori potenzialità. E’ questo che mi auguro accada.

Rischi delle urne?

Per quello che l’opinione pubblica ha mostrato fino a questo momento, non dovrebbero esserci sorprese. Poi, certo, non si può mai sapere con certezza.

I Sì Triv potrebbero influenzare le fasce più disagiate?

Non adesso, perché loro ora non possono esibire nulla. Ma anche nell’eventualità di un “dopo”, noi ne avremo molti di più. In ogni caso da un eventuale campagna referendaria auspico più una valutazione sulle prospettive del territorio che una campagna elettorale.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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