‘I sindaci dell’Alta Irpinia devono sperimentare, basta con lamenti e liturgie’

Non siete a capo di paesi in agonia. Troppo spesso continuate a ripeterlo, a parlare scoraggiati di spopolamento, che pure esiste. Ma se voi non recuperate l’entusiasmo è difficile incamminarsi verso il futuro”. Sono le parole dello scrittore Franco Arminio ai sindaci dell’Alta Irpinia. Un intervento appassionato, un appello a credere nel futuro. “Basta raccontarci che siamo terremotati! Dovremmo raccontare la sensualità del vivere in Irpinia”, aggiunge. E soprattutto “finitela di parlare di turismo nei convegni delle liturgie. Capisco il dissesto politico complessivo, ma un territorio deve ragionare nel progetto pilota. Dovete sperimentare il territorio, tirar fuori idee innovative per portare o riportare persone qui. Dai giovani ai testimonial, dagli artisti ai visionari. Regalate le case, apritevi al mondo. Qualunque idea va bene, ma fate qualcosa”.

L’intervento al castello di Bisaccia, confronto su turismo e beni culturali, sviluppo e territorio. Ma a di là di ricette e soluzioni (che pure sono state proposte), al di là delle solite chiacchiere e delle abusate “sinergie”, “fare rete”, è la relazione dello scrittore a suonare come un appello, una sveglia. E ci voleva forse. “La situazione del turismo è imbarazzante. Meno di un visitatore su cento della Campania viene qui. E nemmeno è vero che siamo isolati. C’è una enorme discrepanza tra il valore del territorio e ciò che viene percepito fuori e dagli irpini stessi. Ma se ce l’ha fatta Matera può farcela anche l’Irpinia, forse tra anni. Io dico che l’Irpinia d’oriente è destinata a crescere. Ed è vero, non si può parlare di turismo dove si vive male secondo molti indicatori. Ma ci si è scordati che qui c’è un progetto, che nessuno o quasi conosce”. Un’accusa ai 25 del progetto pilota, ma lo spirito è costruttivo. “Bisogna investire sulla fiducia però. Lo facciano i sindaci e la Regione. È chiaro che non avremo mai i numeri di Capri. Però possiamo utilizzare il patrimonio edilizio come residenze temporanee, qualcosa bisogna pur provare”.

Al tavolo proprio l’assessore regionale al Turismo, Corrado Matera.La vostra è area pilota e noi la sosteniamo, soprattutto perché le idee in questo caso partono dalla base. Ma ci vorrebbe un po’ di ordine su chi fa cosa. Non tutti possono occuparsi di turismo e promozione. C’è una confusione tra Gal, distretti e altri soggetti”. Matera parla dell’aumento dei flussi in Campania, dell’attenzione ai musei e alla cultura. Porta i numeri, che tuttavia riguardano più le aree costiere. “Però la Campania può diversificare. E questi territori possono avere un grande ruolo. Il piano strategico nazionale punta su turismo lento, cammini e cibo”. Dall’architetto Angelo Verderosa l’idea di collegare l’aeroporto di Napoli con i luoghi più attrattivi dell’Alta Irpinia. Goleto, Cairano, Calitri per esempio. Ma il discorso vale per ogni luogo che abbia almeno una potenzialità. “Con 200mila euro all’anno si potrebbe fare”. C’è l’intervento del direttore del museo civico di Bisaccia, Giampiero Galasso, che parla delle buone prassi tra Soprintendenza e Comune. E delle idee proposte sempre nell’ambito del progetto pilota o in territori limitrofi dai Beni Culturali. “Capsule multimediali per immergersi nel passato da Cairano a Rocca”, per esempio. Roba di cui non si è discusso in maniera approfondita al tavolo del Progetto Pilota. Fortunatamente, verrebbe da dire. Ma Galasso parla delle convenzioni rinnovate per gli scavi tra Mirabella ed Edimbugo. Del museo di Carife di prossima apertura, 500 reperti. E il museo-castello di Bisaccia, fortunatamente e senza ironia, funziona davvero con mostre, concerti e iniziative costanti.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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