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Iannaccone: ‘Le parole della Morgante? Né caldo né freddo’

I toni intimidatori usati dalla dottoressa Morgante, Direttore Generale della ASL di Avellino, in una nota inviata alla stampa, propri di chi ritiene di avere le spalle ben protette sul piano politico, non mi fanno nè caldo nè freddo. Così Arturo Iannaccone in controreplica alla manager dell’ASL.

Il comunicato

“Sono abituato a ben altri interlocutori di cui qualcuno da lei ben conosciuto. Ho solo tenuto a sottolineare, ritenendo di farle un favore, che una prassi consolidata nella ASL di Avellino porta dirigenti e quant’altro a firmarsi autodelibere che hanno impatto positivo sulle proprie condizioni professionali che potrebbero, mi auguro, non avere profili di illegittimità ma che sicuramente  sono da ritenersi inopportune in quando nascondono una concezione disinvolta della terzietà della pubblica amministrazione.

Continuo a ritenere che l’ufficio per i procedimenti disciplinari della ASL di Avellino, di cui è stata componente la Morgante per il passato, abbia usato due pesi e due misure, assumendo provvedimenti  di ben minore entità  per alcuni rispetto ad eguali contestazioni. Ne deduco che la legge, secondo la “giurista di San Nicola Baronia” può non essere uguale per tutti.

Tra l’altro se la Morgante non ha nulla da nascondere e se tutto è stato deciso secondo equità e giustizia perché non viene dato il consenso al mio avvocato ad accedere agli atti della commissione di disciplina?

Ho il dovere di difendere la mia dignità e professionalità  rispetto a polli di batteria gonfiati con gli ormoni dei privilegi professionali e politici. Sarò ben lieto di confrontarmi con la Morgante in tutte le sedi competenti dove presto potrebbe arrivare tutta la documentazione relativa ad atti e procedure che vengono difese in maniera indecente, vergognosa e sospetta.

Infine do un consiglio alla Morgante, visto che non lo ha ricevuto dai suoi padrini politici:  il suo ruolo attuale è istituzionale, non faccia politica e non si lanci in polemiche  come se fosse un qualunque galoppino di  partito. Il lauto stipendio da direttore generale della ASL glielo pagano i contribuenti irpini e non gli iscritti di qualche forza politica. Lo tenga bene a mente”.

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