In Irpinia alti e bassi, ma l’industria è ancora viva

Avete presente il poker all’italiana? Se uno ha una doppia coppia al massimo potrà chiudere il full. Invece con quattro quinti di colore puoi chiudere il colore, che nelle regole del gioco a cinque giocatori batte il full. Ecco, in un certo senso è questa la condizione della provincia di Avellino, in particolare nell’area industrializzata del cratere.

L’industria rappresenta la doppia coppia, che male che vada resta pur sempre un punto chiuso in grado di battere chi scommette sul colore senza arrivarci. Chi possiede i quattro quinti può metaforicamente essere rappresentato dai player che scommettono sul turismo, sull’agricoltura di qualità, sulla bellezza di alcuni borghi. Nel senso che i presupposti per fare il colpaccio ci sarebbero, ma al momento il punto non è ancora chiuso. E soprattutto le possibilità di chiuderlo equivalgono secondo gli studi al 14,8%. Esattamente le stesse probabilità di fare full con doppia coppia, ma la doppia coppia resta un punto “finito”.

Diciamo questo anche per le notizie che sono arrivate negli ultimi giorni a proposito delle aree industriali di Morra De Sanctis, Lacedonia e Valle Ufita. Le prime due andranno ad inserirsi in un distretto dell’aerospazio con altri 154 posti di lavoro. Una buona notizia per l’occupazione. Ma la notizia è ottima perché l’area di Morra, in particolare, diventa sede baricentrica di un distretto che vede la Ema come leader. E un distretto significa cultura, seppur di impresa. Idee e sviluppo a prescindere dalle decine di posti di lavoro (che comunque male non fanno, anzi).

Flumeri rinascerà dopo la firma di Invitalia, con lo stabilimento ex Irisbus che diventa ufficialmente e finalmente Industria Italiana Autobus. L’ottimismo non può mancare. Certo, le altre notizie dalle aree industriali raccontano anche di un grosso problema alla ex Ocevi Sud di Nusco. Per adesso la protesta è rientrata e gli stipendi arretrati sono stati accordati. Ma in generale non si prevede una buona stagione per i 98 lavoratori, visto che si vocifera di un cambio di location nell’Est Europa o comunque di un ridimensionamento dell’opificio altirpino. E purtroppo nelle realtà più piccole non mancano criticità. Ma ormai è chiaro che non tutto funziona o funzionerà. Funzionano le fabbriche legate al territorio, quelle dei grandi gruppi, quelle innovative.

Prendete Acca, che fa nascere software per l’edilizia. Sicuramente i suoi addetti non sono metalmeccanici, non si tratta quindi di industria in senso stretto.

Ma la nuova sede di Bagnoli Irpino si preannuncia in ogni caso uno spettacolo, perché Guido e Antonio Cianciulli (nella foto) tengono alla bellezza come pochi altri… e anche al benessere dei loro dipendenti. E prendete l’imprenditore Luigi Iavarone, che vuole rilanciare il polo del legno nell’area più abbandonata, Calitri. Insomma, nel pieno del dibattito ambiente-lavoro ci pare sempre giusto ricordare che di industria, e soltanto in Alta Irpinia, campano 4000 persone. Non è mai superfluo ricordarlo, perché troppe volte si usa impropriamente l’espressione “industrializzazione fallimentare”. Incentivare e sostenere l’industria dovrebbe essere un imperativo nel pubblico dibattito, esattamente come accade per le battaglie per l’ambiente, per la convegnistica e le iniziative sul turismo. Chiedere un sistema industriale migliore, magari mettendo mano alle aree produttive, è inoltre il miglior antidoto all’inquinamento. Noi poi saremmo ancora più contenti se turismo, paesaggio e agricoltura di qualità possano calare un bel colore di cuori. Ma intanto la doppia coppia resta. 

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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