“In Campania, siamo di fronte ad un attacco diretto alle aree protette. Dopo il Parco nazionale del Cilento e il Parco dei Monti Lattari ora le fiamme stanno divorando il Parco nazionale del Vesuvio dove si è arrivati ad un fronte del fuoco di 2 chilometri con gravi pericoli anche per la popolazione. Ormai gli incendi boschivi estivi, soprattutto al sud (ma non solo), sono come Babbo Natale la notte del 25 dicembre: tutti se li aspettano – dichiara Claudio d’Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno – Eppure ogni volta, quando essi si presentano, sembra sempre che chi deve essere pronto ad affrontarli caschi dalle nuvole”.
“Sul Vesuvio da giorni è l’inferno – continua l’ambientalista – Sui social le tante foto, scattate da ogni prospettiva e angolo dell’intera provincia, danno il senso dell’immane scempio attualmente ancora in atto. Siccità storica e temperature altissime hanno trasformato la pineta resinosa e il sottobosco del Parco del Vesuvio in una vera e propria torcia da innescare. Se a questo aggiungiamo incapacità ad attuare serie politiche di prevenzione, avvistamento e spegnimento degli incendi boschivi (poche forze dell’ordine con scarsi uomini e mezzi … i vigili del fuoco non bastano più e il Corpo Forestale dello Stato è stato abolito) la strada è facilitata a piromani, ai nemici del parco e agli incendiari “interessati” dal business che ne consegue e, tra un misto di incompetenza e cialtroneria, ancora una volta trionfano gli affari loschi delle mafie”.
“Il WWF chiede di attivare immediatamente un controllo capillare del territorio e che venga aggiornato subito il catasto degli incendi, previsto dalla legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi n. 353/2000. Gli incendi mettono a rischio la vita di migliaia di cittadini e turisti oltre a quella degli animali che abitato i boschi e provocano danni enormi a cominciare dal costo per la collettività di migliaia di ettari di capitale naturale persi per sempre. Siamo in presenza di una situazione limite: per questo è necessario un intervento straordinario, a cominciare dal numero di uomini e mezzi sul campo che risulta insufficiente rispetto alla dimensione dell’emergenza. Infine una dura condanna morale va alle tante amministrazioni che sono solite lesinare milioni di euro per feste, rassegne varie e fuochi d’artificio (devastanti e causa di incendi come accaduto in questi giorni a Positano) prevedendo briciole in bilancio per la difesa del patrimonio arboreo e dei boschi. Eppure, non dovremmo mai dimenticarlo – conclude Claudio d’Esposito – ognuno di noi durante la sua vita media sopravvive grazie all’ossigeno prodotto da 75 alberi a cui bisogna dire solo GRAZIE”.
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