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Irpinia: un’umanità periferica e terminale nel libro di Gerardo Pistillo

Domenica 13 dicembre si presenta a Castelvetere il libro del pedagogista Gerardo Pistillo.

Suicidi – Viaggio in Irpinia” è il titolo del volume, edito da Mephite. Tema di attualità ormai da anni, che tuttavia negli ultimi convive con una nuova narrazione di Irpinia: quella dei vini, del buon vivere, dei borghi incantati. In realtà quei borghi, lontani da feste estive e autunnali, diventano “letti di fiume ormai estinti”. Così scrive nelle sue annotazioni l’autore, originario di Aquilonia.

 

Le strade dell’Alta Irpinia sembrano, d’inverno, letti di fiumi ormai estinti. Altre volte, semplicemente, mulattiere abbandonate, squallide e sbiadite, su cui sembra non avere più senso, per via di una destinazione solita, il cammino. Altri giorni sembrano solchi di memoria accidentati che aiutano a ricordare, soltanto; tratturi e tratturelli adibiti per incamminarsi verso qualche seducente nostalgia. Altre volte ancora, si fan simili a distese di “latte” e “menta”, nevose e verdi, farcite di zolle di “fondente”; volte rare in cui il “dolce” e l'”amaro” risultano fruibili insieme. La solitudine, lungo questi “canali” del silenzio, regna sovrana; molti sentieri, poi, sembrano esserci solamente per raggiungere postazioni utili a catturare il vento, “oro” puro e invisibile, sempre, qui, di passaggio e di ritorno. Tuttavia, dalle variegate stratificazioni di asfalto e dalle molteplici sfumature di grigio, dal caleidoscopio di buche e dalle loro inestricabii sovrapposizioni si deduce la presenza di un’umanità residua e latitante, periferica e terminale, costretta in un cammino ancora troppo lento e troppo incerto”.

Se questo libro diventa indirettamente una sorta di monito per chi fa finta di non vedere, è anche vero che alcune narrazioni, in particolare quelle che disegnano un’Irpinia meravigliosa, restano appunto narrazioni. Roba che inonda bacheche e convegni, che non tiene conto di ciò che accade nelle contrade isolate, a ridosso delle aree Pip, nei bar delle periferie della periferia. Ma il suicidio è fenomeno troppo complesso per ridurre il tutto alle visioni provinciali. E l’appuntamento di domenica prossima, ore 18.00 nella sala consiliare, può essere un’utile occasione per riflettere e approfondire.

 

Come ci hanno fatto riflettere, anche solo in questi mesi, tantissime tragedie. Da quelle del ponte maledetto di Avellino ai suicidi dai ponti di Montella e Monteverde. Ragazze che hanno deciso di togliersi la vita. Morti alle quali si aggiungono quelle dei tantissimi anziani che si impiccano nelle campagne, a volte in un fienile all’alba. Quasi tutti suicidi silenziosi, quasi mai un biglietto lasciato. Pochi sembrerebbero legati alla “crisi”, ma Pistillo lo spiegherà meglio nella presentazione. Un libro che accogliamo con favore perché si inserisce in una saggistica e in una letteratura troppe volte a senso unico dove natura e poesia, per non parlare del ricordo di epoche ormai svanite, prendono il sopravvento sulla realtà tracciando un confine troppo netto tra Irpinia che fu e l’Irpinia auspicata, e l’Irpinia di oggi.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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