Irpinosi d’Irpinia, vince Irpinia Paranoica

In questa ormai insostenibile spirale di “Petaloso” in cui, poffarbacco, siamo appena finiti scrivendone, si sono mossi pure i social nostrani. In chiave ironica ovviamente, secondo il classico schema Facebook. Ironia è un po’ Irpinia? Vediamo un po’. A scorrere pagine e bacheche si notava un proliferare di “Petoloso“. E vabbè ma questo è accaduto ovunque. Il peto e peto, l’Irpinia non ha il copyright.

+++ ULTIM’ORA: Bimbo avellinese inventa una nuova parola: ‪#‎peretuso‬. +++  è dunque il post degli ottimi autori di Avellinews che però ieri scelgono di “aprire” il loro giornale satirico con un “Continua l’ondata di beltempo. Domani al via l’installazione di pozzanghere artificiali”. Detto fatto, il maltempo non ha dimenticato l’Irpinia e si è ripresentato volentieri di sua spontanea volontà.

Citiamo poi un semplice e incisivo “Formicoso“, della cantante dei Makardìa Filomena D’Andrea, conoscitrice di paesaggi e cose irpinose.

La Palma d’oro in Italia, e quindi anche in Irpinia che fino a prova contraria fa parte dell’Italia, spetta senza dubbio alcuno a quei geniacci di Lercio. Pochi dubbi, è il link del giorno. Come al solito si ironizza sull’attualità prendendo altra attualità. Doppio colpo. E colpo per il probabile candidato del centrodestra per le amministrative di Roma che già non è che sta messo benissimo a livello di possibilità.

Si distingue e va a un passo dalla vetta la trovata della pagina “Parlare avellinese“. Centinaia di condivisioni e migliaia di interazioni per l’insulto tipico, produzione Docg, della città: Stordo. Insomma perché la Crusca non considera questa parola che è usata da tutti ma proprio tutti gli avellinesi? Domanda scherzosa, ma è pur vero che l’Accademia, come si suol dire, se l’è cercata rispondendo alla professoressa del cosiddetto “piccolo Matteo” e generando questo mostro virale. Tuttavia non ci sentiamo di assegnare il primato perché c’è una chicca che riunisce città e provincia, zone costiere e aree interne. C’è il nostro simbolo, l’attrazione per i turisti delle sagre. Il nostro credo. Il nostro prodotto irpinoso. Vince dunque la pagina Irpinia Paranoica con l’aggettivo Caciocavalloso. E allora, visto che le parole oggi sono sempre più inutili come ci insegna anche il piccolo Matteo, ecco senza troppe pippe il nostro podio a due che per un attimo ci fa dimenticare tutti i nostri guai dal Fomicoso al Baianoso.

 

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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