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La protesta di Andretta contro Franco Arminio, si muove il sindaco

Di Giuseppe Guglielmo, sindaco di Andretta

Nella serata del 18 giugno 2019, intorno alle 20.00 è stato trasmesso su RAI 3, un documentario sullo spopolamento nei paesi dell’Alta Irpinia, condotto dal “poeta paesologo”, così auto definito dallo stesso Franco Arminio, dal titolo “Che ci faccio qui”. Le riprese sono state girate a febbraio u.s. e già il titolo evoca una sensazione di dubbio e di incertezza in paesi che dovrebbero invece essere valorizzati per quel poco di genuino che ancora contengono.

Dopo un’illustrazione del paese natio di Bisaccia, il poeta si è trasferito nella vicina Andretta percorrendo le vie principali del paese. Premesso che la “ratio” di un documentario a sfondo paesaggistico è quella di far conoscere le bellezze e le peculiarità dei luoghi che si vanno a scoprire, il poeta, nonostante abbia espresso contenuti degni di lode affinati da sentimenti oggettivi e profondi sullo scoramento dello spopolamento dei paesi fantasma che circondano l’Irpinia, ha però trasmesso un’immagine distorta del paese di Andretta, desolato, soffermandosi con la telecamere sui tanti portoni chiusi, visibili solo dai cartelli “Vendesi”, parlando dei morti invece che dei vivi rimasti, andando a toccare emozioni e sentimenti della popolazione residente.

Il poeta si è fermato nell’unica farmacia del paese per farsi rappresentare dalla farmacista –  quali farmaci – siano più, per così dire “gettonati” tra la popolazione andrettese. Percepire nell’immaginario collettivo degli italiani che si son trovati a sintonizzarsi casualmente o volutamente su Rai 3 che, i farmaci per antonomasia, consumati dalla popolazione andrettese sono anti infiammatori, antidolorifici ma, soprattutto antidepressivi, tocca per forza (in una sfera collettiva) un ambito privato e personale, molto delicato anche ai fini del diritto di privacy, di riservatezza e di tutela della salute pubblica. Oltre ad aver trasmesso un messaggio di un paese malato nell’anima, si è incautamente oltrepassato il limite dettato dalle leggi in materia di dati personali.

Senza scendere in particolari e dettagli giurisprudenziali, nel rispetto del pensiero di ognuno, bastava che il paesologo, giunto ad Andretta con la troupe televisiva, si fermasse al Comune, ubicato al centro del paese in posizione dominante e riconoscibile da tutti coloro che arrivano da fuori, per chiedere, magari, una sorta di autorizzazione a filmare i vicoli storici del paese al fine di renderlo visibile al web con lo scopo di valorizzarne gli spazi, gli orizzonti, i silenzi e le connotazioni paesaggistiche e sociali.

Si tratta di poche, semplici regole di correttezza, di buona educazione, di garbo, che regolano il vivere civile di ogni cittadino, che sia ospite, che sia “forestiero”, che si trovi a visitare i nostri verdi paesi dell’Alta Irpinia, che sappia entrare in punta di piedi ed essere accolto secondo le regole del rispetto reciproco.

Ad ogni buon modo, trascendendo, al momento, dalle azioni amministrative poste in essere, l’invito a visitare il paese di Andretta con le sue peculiarità, nell’imminente estate 2019,  è rivolto a tutti coloro che hanno visto la puntata televisiva su rai 3 del giorno 18 e non solo. Così si potranno apprezzare i valori, la storia, i vicoli, il museo, l’impiantistica sportiva, il santuario della Stella del Mattino in località Mattinella, la Chiesa Madre, il belvedere del Monte Airola con dominio visivo sul lago di Conza, sul Laceno, sul crinale della Basilicata Nord fino ad arrivare a Monticchio e ai paesi dell’Ufita verso il beneventano. Il paesaggio, infatti, si può raccontare, ma si dovrebbe visitare per quello che trasmette e fa vivere.

Infine, mutuando alcuni commenti del paesologo “se fosse la poesia a far tornare l’anima a questi luoghi”, invito tutti i poeti e artisti a visitare, nel futuro, il primo “Parco dei Poeti e degli Artisti” realizzato nel territorio di Andretta e a comprare (a pochi soldi) quelle case sfitte e abbandonate da decenni solo perché ree di aver dato i natali a tanti andrettesi che, spinti dalla ricerca del meglio e (forse) ignari di restituire nel tempo, con le proprie professionalità, tanto lustro e visibilità al proprio paese, hanno  lasciato i propri affetti, i propri parenti, le proprie abitudini e emozioni molte volte testimoniate appunto dalle tante poesie e non solo e di cui l’attuale amministrazione ha cominciato a rendere omaggio.

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