Primo Piano

La scuola, la morte, il bar: il secondo romanzo di Luigi Capone

“Lezioni di panico”, l’ultima fatica letteraria dello scrittore irpino Luigi Capone, arriva a due anni di distanza da “Allegri che tra poco si muore” e con lui condivide – oltre che le rotative delle modenesi Edizioni Artestampa – una visione del mondo contemporaneo pieno di disagio e ipocrisie. Se con il libro dell’esordio ci siamo trovati davanti ad una sorta di autobiografia frammentata e ricomposta, questo secondo lavoro è un romanzo vero e proprio. La scelta narrativa passa da un “io” narrante ad uno sguardo esterno, e la storia si sviluppa seguendo le scelte e i pensieri dei personaggi, connessi tra loro da esperienze significative che, però, non sono comunque sufficienti a creare legami realmente profondi.

«Allegri che tra poco si muore era, in realtà, una raccolta di racconti messi insieme da un filo conduttore, cuciti insieme – racconta Capone –. Erano più storie in una, un eterno romanzo in fieri. Quest’ultimo, invece, è una storia compiuta e strutturata in maniera diversa, utilizzo meno parole per esprimere i concetti e ho depurato il testo da alcuni flussi di coscienza. Idealmente lo colloco all’interno della Trilogia delle paranoie. Si allontana dall’Irpinia, è completamente ambientato a Bologna. Ma vi si può trovare, se si fa attenzione, qualche riferimento al mondo rurale nostrano».

Il motivo di questo titolo risiede nell’esigenza di immediatezza dell’autore: «Quello iniziale era Stati indipendenti di agitazione, perché volevo trasmettere l’emozione che percorre i protagonisti del libro. Ho deciso di cambiarlo perché racchiude in meno spazio le due parole chiave. Lezioni rimanda direttamente al mondo dell’insegnamento e panico alla condizione esistenziale moderna».

Capone lavora come professore di scuola secondaria superiore e anche i protagonisti del libro sono insegnanti. Il mondo scolastico, però, non fa una bella figura nel racconto. La fanno da padrone studenti indisciplinati iper-viziati dalle famiglie, un sistema indolente che non fa nulla per tutelare i lavoratori, e  diversi colleghi che hanno scelto la professione per mera “comodità” del posto fisso o simbolo di uno status: «La scuola è stato un pretesto per mettere a nudo le contraddizioni e le nevrosi degli italiani. L’esasperazione di taluni aspetti è una provocazione che dovrebbe smuovere almeno un minimo le coscienze. La scuola, come tanti altri settori del mondo del lavoro, avrebbe bisogno di una forte scossa e di essere rifondata da capo, ripensata dalle basi. Ma prima di tutto, bisogna riconoscere quali sono i suoi punti deboli».

D’altronde, scuotere le coscienze è proprio quello che l’autore si ripropone di fare scrivendo: «Penso che per smuovere qualcosa bisogna esasperare degli aspetti che vengono taciuti per comodità e per quieto vivere. Ma scrivere è anche un modo per farla finita con dei capitoli della mia vita».

Presenze fisse delle storie di Luigi, quasi come fossero personaggi a tutti gli effetti, sono la morte e il bar. Per quanto riguarda la prima, non siamo di fronte ad un tentativo di esorcizzarla, ma ad un modo per far capire che bisogna imparare a farci meglio i conti: «Tendiamo a rimuovere dai nostri discorsi l’ultima cosa naturale che è rimasta al mondo. Tutto il resto è edulcorato. La morte è onnipresente nella vita e non lo vediamo più, allora quando scrivo mi concentro su quelle parti del discorso rimosse durante le conversazioni che si tengono nella vita mondana». I bar, invece, «Non riesco a vederli come posti per mettersi in mostra, al contrario: per me sono ideali per nascondersi. Nel mio immaginario, il bar è un luogo meraviglioso dal quale nascono le storie. Come in “Allegri…”, anche in questo libro la storia nasce da un bar. L’altra volta da un chioschetto di Berlino, questa volta da un’osteria di Bologna».

La “Rossa, Dotta e Grassa”, infatti, è la città dove Luigi vive e lavora, ma viene fuori da queste pagine abbastanza sbiadita, sciocca e rinsecchita: «Premetto di non aver mai avuto illusioni sul Nord Italia. Bologna è una città che amo e che detesto allo stesso tempo. Quella a cui mi riferisco nel libro è la visione stereotipata che molti italiani hanno di questa città, corrispondente a una sinistra da salotto borghese. La sinistra delle sardine e degli apertivi, immensamente ipocrita. Non a caso il personaggio di Gabry è razzista fino al midollo e vota per i partiti di centro-sinistra. Come Gabry, più di una persona pensava di essere nella DDR arrivando a Bologna, poi si è ritrovata a far parte della Lega Lombarda».

Il nemico più grande dei personaggi di “Lezioni di panico” sembra essere costituito dalle aspettative che, venendo anteposte a qualsiasi sentimento o inclinazione, preparano un terreno fertile al tracollo emotivo: «Ognuno di noi ha, in fondo, una vita plasmata dalla propria carriera, dal proprio guadagno. La spiritualità e l’interiorità sono completamente venute meno. La sfera relazionale è la prima a pagarne le spese ma non solo. Tutta la sfera emotiva della nostra umanità deve pagare un caro prezzo per essere stata messa da parte».

Cosa vuole lasciare Capone in “eredità” ai suoi lettori, quando avranno girato l’ultima pagina? «Vorrei che fosse l’inizio di più riflessioni. Che cos’è la scuola oggi? Che senso ha educare? Come? Chi? E perché? Educare da cosa e in cosa? Che cosa vuol dire avere un rapporto di coppia dal momento che siamo tutti estremamente individualisti? Che cosa vuol dire razzismo in una società che di fatto lo nega? Il Nord e il Sud  si odiano ancora e sempre di più, nonostante l’arrivo di tanti stranieri: perché? Siamo pronti a fare un dibattito serio su questa questione? La figura dell’insegnante, che spesso è una figura precaria e fragile, può davvero risolvere tutti i problemi della nostra società?».

Luigi Capone è un provocatore. Lo dimostra ogni giorno animando la pagina “Irpinia Paranoica”, smontando con post dissacranti e “fastidiosi” i facili entusiasmi di chi vuole chiudere gli occhi di fronte ai problemi della nostra provincia, preferendo la visione romantica di un’incompresa Irpinia da cartolina. Allo stesso modo, provoca tra le sue pagine letterarie e non fa sconti a nessuno. Ogni condizione e situazione umana “merita” un suo giudizio, feroce e sì, un po’ superbo. A volte, scorrendo tra le righe e riconoscendosi in alcuni comportamenti dei suoi personaggi, per i quali arrivano puntuali una condanna oppure un insulto, vien voglia di tirargli il colletto e gridargli “Ma tu, chi cavolo credi di essere? Ti senti tanto migliore?”.

Però si va avanti a leggere, ed ecco che la punizione arriva, inevitabile, anche per lui stesso. Nessuno è esente dalle angherie di questo mondo ingiusto, nemmeno il narratore, che potrebbe darsi un tono da divinità e sentirsi immune dal pessimo destino riservato alle sue creature. Ed è qui che si riesce a fare pace con il personaggio che anche Capone si è costruito di sé: ci sbatte in faccia che l’imperatore è nudo, che le piccole ipocrisie di cui tutti ci facciamo scudo sono solo blande tecniche di sopravvivenza della cui giustezza e innocenza ci siamo convinti per non sprofondare, e che nemmeno lui è esente da questo meccanismo di autodifesa né superiore ad alcuno.

Non c’è bisogno di essere necessariamente d’accordo a 360° con la sua visione del mondo, ma gli va dato atto di non voler restare sulla superficie delle cose. E, in un momento storico in cui la comunicazione soprattutto emotiva è affidata ad immagini e didascalie che durano appena le 24 ore di una storia Instagram, vale sempre la pena approfondire il punto di vista di qualcuno che sulle cose ci riflette, fosse anche solo per potersi porre da contraddittorio e dimostrargli che ha torto. Se ci si riesce, però.

Rosaria Carifano

Giornalista nonostante tutto, autrice per caso. Insegno danza e cerco cosa abbiano in comune un corvo e una scrivania.

Recent Posts

Al Cimarosa in scena ‘Il matrimonio segreto’

Il Conservatorio di Avellino, presieduto da Achille Mottola e diretto da Maria Gabriella Della Sala,…

6 giorni ago

Statale 90bis, al via lavori su ponti e viadotti

Lungo la strada statale 90bis “delle Puglie”, nell’avellinese, Anas ha avviato nuovi lavori di manutenzione…

6 giorni ago

Amministrative Avellino: D’Andrea incontra la gente, Fdi su Iandoli

Oggi, presso la sala del Gamea Cafe di Piazza D'armi ad Avellino, incontro aperto al…

6 giorni ago

Fiera Venticano, fiamme nella notte in uno stand: muoiono pulcini

La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Grottaminarda, alle ore 05.38 di oggi…

6 giorni ago

Festival delle Radici, Ricciardi: ‘Sviluppo sostenibile borghi spopolati’

“L’emigrazione rappresenta il tratto identitario dell’Italia: un fenomeno che ha interessato milioni di persone dai…

1 settimana ago

Forum Giovani Campania, insediate 10 commissioni

“Giovani per la Campania” questo è il titolo dell’evento promosso dal Forum regionale dei Giovani…

2 settimane ago