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Caruso (ISDE): ‘Dopo la marcia di Libera serve concretezza’

Alla ex Isochimica entrano finalmente nel vivo i lavori per la rimozione dei cubi di amianto e il governatore De Luca ricorda che l’altra grande priorità ambientale in Irpinia è la depurazione delle acque nel solofrano. Ma intanto cresce l’apprensione dei cittadini nei confronti di qualsiasi iniziativa che possa portare effetti sulla qualità dell’ambiente. Dalla protesta contro il biodigestore di Chianche a quella che ha bloccato il progetto di una fonderia a Pianodardine passando per i no ai forni per la cremazione delle salme dei defunti a Pratola Serra e Sturno. 

“Su acqua, rifiuti, inquinamento e legalità siamo da sempre in prima linea, sia come ISDE – Medici per l’Ambiente, sia come Associazione Lotta per la vita, l’unica ammessa al processo sull’ex Isochimica”, spiega il dottor Filomeno Caruso, molto attivo ad Avellino e nel baianese e promotore di incontri nelle scuole sul tema. 

Sono tematiche di cui in Irpinia si discute molto, basterebbe pensare – ad esempio – alle ultime vicende che riguardano la “Fonderia” nell’area industriale di Pianodardine o il biodigestore di Chianche.

“Bisogna dire chiaramente che il problema dell’inquinamento non sono soltanto le automobili e che la grossa problematica dello smaltimento dei rifiuti riguarda essenzialmente i rifiuti industriali. I rifiuti urbani, infatti, rappresentano il 24% del totale, mentre i rifiuti industriali e tossici il 76%. Spesso si tratta di rifiuti smaltiti illegalmente. Tra le nostre richieste all’ARPAC c’è quella di insistere maggiormente sul monitoraggio dell’aria, ma parlare di “polveri sottili” è riduttivo, sono solo una piccola parte. Uno studio recente dimostra che anche le ruote e le frizioni provocano tante nanoparticelle”.

Come incide tutto questo sulla vita delle persone (che sembrano aver sviluppato forte preoccupazione per le tematiche ambientali)?

“Innanzitutto dovremmo fare la prevenzione primaria, e quindi rimuovere le cause prima che nascano nuove patologie. Esistono tantissime patologie ambientali sconosciute alla stragrande maggioranza delle persone. Lo dico da medico, perché posso constatarlo direttamente, e mi auguro che ci sia un cambiamento nel campo sanitario”.

Crede che ci sia una nuova “coscienza civile”?

“Credo che le persone vadano sensibilizzate e informate correttamente. E, se vogliamo costruire una società migliore, dobbiamo partire dalle scuole. Con il progetto “Natura che cura”, ad esempio, il medico spiega ai bambini le regole per un corretto consumo dell’acqua”.

Anche quello dell’acqua è un tema molto dibattuto in Irpinia.

“Su quest’ultima questione abbiamo lavorato tanto insieme al dottor Antonio Marfella e al professor Franco Ortolani, che ha lanciato la proposta dei “santuari dell’acqua”, l’unica vera risorsa che abbiamo in Irpinia. Il 22 marzo è stata proprio la Giornata mondiale dell’acqua, ma è passata nel silenzio generale. Bisogna dire, invece, che c’è grande dispersione di acqua perché le reti idriche sono obsolete. L’acqua è una ricchezza, va difesa come bene comune, e come sancito dalla vittoria del Referendum. Difendere il creato significa difendere noi stessi, la nostra salute. Per usare una frase di un film di Tortiglione “l’acqua è come l’anima, chi sporca l’acqua sporca l’anima”.

Lo scorso 21 marzo, Libera ha svolto la sua manifestazione contro le mafie ad Avellino e il coordinatore regionale Fabio Giuliani ha accomunato le vittime innocenti alle morti per inquinamento. Lei cosa ne pensa?

“Mi viene da pensare alle vittime dell’Isochimica, che scoibentavano l’amianto a mani nude. Dagli anni ‘80 ad oggi non è stato fatto nessun passo in avanti. La legalità costituisce il rispetto delle regole. Se io, come cittadino, faccio una giusta raccolta differenziata, rispetto le regole e vivo nella legalità. Ma, oltre alla marcia – che è assolutamente un fatto positivo – servono atti concreti in primis da parte delle istituzioni, poi da parte dei cittadini. Legalità, poi, significa anche rispettare le diversità, e il 21 marzo è stata anche la giornata dei bambini con la sindrome di down”.

Maria Laura Amendola

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