L’elicottero non ci ha salvato. Il progetto pilota lo farà?

La domanda è di stretta attualità dopo gli ulteriori tagli all’ospedale di Sant’Angelo. Che senso ha parlare di tutela delle aree interne con il Progetto Pilota mentre gli uffici competenti (Asl e Regione) continuano a tagliuzzare il Criscuoli?

Una domanda resa ancora più pertinente dall’accorpamento della direzione sanitaria santangiolese ad Ariano Irpino. Di fatto Sant’Angelo, che già era stato penalizzato nell’epoca Caldoro, ora è un sub-ospedale. Le risposte provano a darle i sindaci che hanno redatto la strategia dell’Are Pilota, ma è chiaro che senza gli enti che governano la materia nulla è possibile. Come abbiamo detto mille volte, non ci sono deroghe per la povera e martoriata Alta Irpinia in materia di sanità.

 

C’è tuttavia da evidenziare come la priorità sia stata ben individuata dai 25 amministratori. “Migliorare la gestione dell’emergenza e dell’urgenza”. Sappiamo che il Pronto soccorso di Sant’Angelo resta in piedi, e verrà anche potenziato secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dal commissario Asl, Mario Ferrante. Ma non basta. Il problema è che per le emergenze gli abitanti dell’Alta Irpinia, per un infarto o un incidente di media entità, vengono costantemente dirottati altrove e il più delle volte sempre su strada. Insomma, il famoso progetto della eli-superficie potenziata è stato chiaramente un fallimento. Lo dimostrano i numeri di interventi, davvero molto risicati, nell’ordine di una decina all’anno al massimo. Lo dimostra il fatto che in passato alcuni degli interventi dall’alto non siano neanche andati a buon fine. E lo dimostra il fatto che gli spazi intorno alla eli-superficie siano ormai un enorme parcheggio dove le auto nemmeno rispettano le distanze di sicurezza. Quasi a dire “per un volo ogni tanto a ‘sto punto facimmo parcheggià”.

 

Il ridisegno della filiera della salute – c’è scritto nel progetto redatto a Calitri – passa innanzitutto attraverso il rafforzamento del presidio ospedaliero “Criscuoli” di S. Angelo dei Lombardi (con particolare riferimento al servizio di cardiologia h24; all’attività di ortopedia; al laboratorio di bronco-pneumologia), per il quale va previsto il mantenimento del pronto soccorso e le funzioni di struttura di Riabilitazione, in considerazione del fatto che all’interno del presidio opera la fondazione Don Gnocchi, che gestisce l’attività di riabilitazione intensiva con destinazione di 15 letti all’alta specialità neuro-riabilitativa”. Fin qui una formula generica. Poi si chiede quanto previsto dopo la stagione dei tagli.

Il Criscuoli può rientrare nella rete dell’emergenza, riattivando i posti di rianimazione previsti dal codice 75, e rivedendo la distribuzione della rete di emergenza in modo da dimensionarla alle percorrenze effettive e garantire quindi una migliore distribuzione sul territorio. Una prima ipotesi è quella di creare un collegamento preferenziale tra il Criscuoli e il Moscati di Avellino, che preveda il trattamento dell’emergenza/urgenza presso il primo e il successivo invio al secondo. Dal Moscati i pazienti che hanno bisogno di assistenza/riabilitazione possono poi essere indirizzati al Criscuoli/Fondazione Don Gnocchi”.

“Nella filiera – si legge ancora – rientrano anche le Case della Salute, a partire da quella di Bisaccia: in particolare, andrà individuata la loro migliore distribuzione sul territorio e le funzioni che ne caratterizzeranno l’offerta di servizi. Le caratteristiche e la posizione della struttura di Bisaccia consentono inoltre di assegnarle funzioni connesse alle lungo-degenze. La filiera della salute si completa e si integra attraverso il potenziamento delle misure alternative all’ospedalizzazione, con particolare riferimento all’assistenza domiciliare integrata”.

 

Per quel che riguarda il miglioramento della gestione dell’emergenza/urgenza, oltre alla già citata riorganizzazione dei rapporti tra Criuscuoli e Moscati, la Strategia mira a razionalizzare le postazioni del 118, anche attraverso il ricorso ad automediche (mezzo di soccorso avanzato). Occorre attivare un sistema di telecontrollo e monitoraggio degli anziani soli e dei soggetti socialmente deboli e/o collocati in siti isolati o marginali, tramite postazioni utili al rilevamento da remoto delle condizioni effettive di necessità di intervento causate dall’insorgenza di criticità di qualunque natura”. Qui il discorso è molto complesso. Già negli anni scorsi la Asl aveva provato una pesante razionalizzazione delle postazione del 118. E sotto sotto i cambiamenti delle varie associazioni rappresentano sempre materia di scontro.

C’è poi il discorso della tecnologia. Telecontrollo di anziani in luoghi isolati per esempio. Tuttavia qui sembra si parli di fantascienza. Anche perché “Sia il ridisegno complessivo della filiera della salute che il miglioramento della gestione dell’emergenza/urgenza devono poter poggiare su un utilizzo più estensivo delle tecnologie digitali e delle reti telematiche. Ovviamente, tale risultato non può essere pienamente conseguito se non accompagnato dall’attuazione degli interventi riguardanti il miglioramento complessivo della qualità delle connessioni a banda larga sul territorio e dalle più opportune forme di raccordo con le strutture regionali e provinciali competenti per materia”.

Insomma, la chiusura indica chiaramente le opportunità e i limiti del progetto pilota. Ogni cosa è connessa. Niente è possibile se non si interviene sul tutto…

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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