Economia

Licenziamenti nella sanità irpina, esplode la vertenza. FpCgil: “L’Asl fornisca i dati”

Nei giorni scorsi sono state avviate le procedure di licenziamento di settantotto lavoratori a tempo indeterminato dipendenti dell’Ati Gesco di Imprese Sociali e Consorzio Icaro, aggiudicatario dell’appalto Asl di Avellino per l’affidamento in outsourcing delle attività assistenziali infermieristiche, riabilitative, tutelari e di supporto all’utenza assistita.

Settantotto lavoratori che rischiano il posto di lavoro dopo anni di precariato – interviene la Segretaria della FpCgil, Licia Morsa -. Operatori sanitari assunti a tempo indeterminato da imprese che per anni hanno erogato servizi in nome e per conto dell’Azienda Sanitaria Locale in virtù di un appalto, scaduto da anni, prorogato di mese in mese. Spesso destinatari di false promesse e facili ricatti. Un rimbalzo di responsabilità ed incertezze tra chi, anni fa, si è aggiudicato l’affidamento e un’azienda sanitaria che, a distanza di oltre due anni dalla scadenza naturale dell’appalto in questione, ancora non ha un piano integrato su servizi, fabbisogno e bandi di reclutamento”.

Una situazione inaccettabile per Morsa. “Tutto questo ritardo – continua la Segretaria – ha generato aspettative legittime in quei lavoratori che magari si sono creati una famiglia, hanno acceso un mutuo o programmato un figlio. Gesco Servizi Srl, Accaparlante Coop.Soc. e Agorà Coop.Soc., lo scorso venerdì hanno comunicato l’avvio della procedura di licenziamento con decorrenza 1 gennaio 2021. La motivazione è legata alla scadenza della proroga dell’appalto fissata per il prossimo 31 dicembre”.

La FpCgil, dal canto suo, non mancherà di far sentire il proprio appoggio ai lavoratori colpiti dal provvedimento e si batterà al proprio fianco come già fatto più volte in passato. “Non si sa a quali servizi si riferiscano e a quali lavoratori – continua Morsa –  dal momento che si fa riferimento ad una parte di essi. Non si gioca sulla pelle dei lavoratori. Non si cerca la forza tra le loro debolezze. Avevamo già richiesto tempo fa di aprire un tavolo tecnico presso l’Asl per un confronto fattivo sul piano del fabbisogno e della stabilizzazione del personale ma, come la maggior parte delle nostre richieste, anche questa è rimasta inevasa. Come gestirà l’Asl i laboratori di analisi di sua competenza? E quelli radiologici? E l’emergenza territoriale e quella di salute mentale? La medicina penitenziaria? I servizi emotrasfusionali? Il socio assistenziale? L’implementazione delle capacità operative dei suoi Presidi Ospedalieri? Per una vera tutela della tenuta occupazionale abbiamo bisogno di dati certi, forniti alla luce del sole, senza lasciare a chicchessia la possibilità di utilizzare le debolezze dei lavoratori per fare la voce grossa. Noi metteremo in campo ogni azione possibile per contrastare la perdita anche di un solo posto di lavoro”.

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