Lioni-Grotta in cinque anni, scommessa rischiosa

Cinque anni se tutto va bene. Cinque anni se i soldi arrivano puntuali, con le ditte a lavorare senza sosta. Sessanta mesi senza un disguido, senza nemmeno un sequestro. Duecentosessanta settimane a pieno ritmo: senza uno sciopero, un problema tecnico su un viadotto o in galleria, un ostacolo burocratico, un’imponente nevicata. Le previsioni sulla Lioni-Grottaminarda parlano del 2023 a patto che tutto fili liscio. Riesce difficile immaginare il rispetto dei tempi, siamo in Italia. E poi su questa benedetta o maledetta arteria del futuro si lavora anche a lotti, stralci: che vuol dire a pezzettini, a macchia di leopardo. Non si parte da un punto-cantiere per arrivare gradualmente al punto-cantiere finale. In pratica per poter percorrere anche solo duecento metri, la Lioni-Grotta dovrà essere pronta al cento per cento.

 

Tuttavia il termine indicato dal commissario della Lioni-Grottaminarda e dal sottosegretario Umberto Del Basso De Caro è la conferma di quanto già dichiarato da Filippo D’Ambrosio, il commissario, solo poche settimane fa. Magari c’è da fidarsi, magari no. Magari tutte le buone intenzioni si infrangeranno in un lembo di terra di questi pochi ma complessi chilometri che vanno dallo svincolo di Sant’Angelo a Grottaminarda.

 

Staremo a vedere, si dice in questi casi. Ma forse il governatore ha visto, o ha intuito, che anche con le somme dello Stato interamente a disposizione la partita è complicata. E allora, vuoi per prudenza vuoi per sincero convincimento, a Sant’Angelo dei Lombardi Vincenzo De Luca ha cambiato parzialmente atteggiamento. Dall’elenco delle cose che la Regione Campania ha intenzione di fare al tema dello spopolamento. Non è la prima volta, ma questa volta De Luca si è concentrato sul dramma desertificazione con maggiore convinzione. E’ la grande sfida quella contro lo spopolamento. Nessuna strada eviterà l’emorragia di ragazze e ragazzi, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare soprattutto se si tratta di collegare i poli produttivi.

 

Meglio dunque il nuovo stile di De Luca, in ottica di strategie future, o la consegna di nuovi lavori su nuovi cantieri? Meglio entrambe le cose forse. Ma fortunatamente l’anno decisivo per questa opera sarà il 2018. E’ l’anno in cui si prevede l’arrivo per il resto dei finanziamenti auspicati da D’Ambrosio. L’anno delle elezioni e del rinnovo della struttura commissariale. Ma soprattutto l’anno in cui i cantieri dovrebbero andare a pieno regime. Si capirà subito se quello del 2023 è termine ultimo e realistico. Se così non dovesse sembrare, la sconfitta per chi ha promosso l’opera, ma soprattutto per un intero territorio, si manifesterebbe con evidenza. . 2018 allora: un anno per sperare o per perdere ogni illusione sulla mobilità.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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