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Lioni: le luminarie e un malinconico 17 agosto

Stanotte avremmo dovuto scrivere e titolare sulle presenze, avremmo trascorso la notte ad archiviare foto, a confrontarci con questura e vigili urbani per i numeri ufficiali. Stanotte saremmo rimasti lungo il corso e sotto i portici a dare i voti a cantanti e musicisti, ci saremmo confrontati con quelli delle ultime file sulla qualità dell’audio, sui volumi, su grandezza e potenza di casse e luci.

Avremmo fatto i conti con le file per una birra e un pezzo di pizza, con la ressa per l’ultima bottiglietta d’acqua. Immancabili sarebbero stati i paragoni con le edizioni precedenti. 10, 15, 20mila presenze. Il concertone del 17 agosto a Lioni è una delle tante mancanze di questo strano 2020 che ci ha privato a lungo dei sorrisi (nascosti per mesi dietro le mascherine) e delle persone.

Quest’anno sul palco di piazza San Rocco sarebbe dovuto salire Nek. L’artista emiliano era stato opzionato poco prima dell’esplosione della pandemia. Altro nome di primo piano per le festività agostane lionesi a chiudere un quinquennio da capogiro. Max Gazzè nel 2016, poi Fabrizio Moro, Loredana Bertè nel 2018 e l’anno dopo Giusy Ferreri. Una vagonata di tormentoni e partecipazioni fortunate a festival.

Ma il covid ha spazzato via gli eventi dai grandi numeri, ha quasi del tutto azzerato le occasioni di ascolto di musica dal vivo. Impossibile garantire il distanziamento pure nella piazza immensa e però gremita di Lioni, come in migliaia di altre location in tutta Italia. Impossibile pure pensare di limitare la partecipazione a sole 200 persone, in base ai protocolli. L’agosto 2020 i più in Alta Irpinia la ricorderanno così, con l’immagine delle famigliole che passeggiano sotto le luminarie, su una piazza San Rocco malinconica e silenziosa, senza canti e strumenti musicali.

A Calitri lo Sponz Fest proverà a vivere momenti di relativa normalità, con un’offerta musicale più ricercata ma limitata nel numero di live. Mascherine (obbligatorie su tutto il territorio nazionale dalle 18 alle 6), distanziamento e numero chiuso: più che uno sponzamento sarà il festival del non assembramento.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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