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Lioni: storia e prospettive nel ricordo del senatore Gioino

A trent’anni dalla sua prematura scomparsa Lioni ricorda Antonio Gioino, personaggio pubblico e uomo, senatore e amministratore, a lungo dirigente del Partito comunista in una terra profondamente democristiana. Incontro nella sala consiliare con la famiglia, i compagni di ieri e gli amici di oggi e i sindaci che con l’altro Gioino, il figlio Yuri, condividono in questa fase l’esperienza amministrativa in Alta Irpinia.

Il ricordo privato si intreccia con la dimensione pubblica. Riaffiorano episodi del passato, il racconto del ventennio 70-90 nel quale l’Irpinia esprimeva i massimi vertici nazionali della Democrazia cristiana e il Pci faticava a imporre un’idea diversa di società, a partire dall’urna elettorale. E poi il decennio del terremoto e della faticosa ricostruzione, la visione di sviluppo per il paese che vide predisporre la nascita dell’area commerciale e del Pip. “Questa giornata è il ricordo dei tanti che hanno lavorato per questi luoghi con passione e impegno. Sul futuro sono ottimista, nonostante le difficoltà, perché finalmente si ricomincia a parlare di aree industriali, che non sono un attacco alle popolazioni. Sono fiducioso perché mi confronto con tanti amministratori che onorano quotidianamente il sacrificio del senatore“, dice in apertura il sindaco Yuri Gioino.

Nessun lionese prima e dopo Totonno, come amavano chiamarlo a Lioni, si è seduto tra i banchi del Parlamento italiano. “La sua elezione a senatore fu un risultato storico per questo paese – sottolinea la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio -. Ma lui avrebbe preferito fare il sindaco perché a quel tempo un comunista tutto poteva fare tranne il sindaco di un paesino dell’Alta Irpinia. La sua capacità di aprire casa a tutte le marginalità, che lì trovavano accoglienza, è stata la sua caratteristica fondamentale. Totonno morì pochi mesi prima della caduta del muro di Berlino e già ci spronava a prendere le distanze dal Partito comunista russo, a cambiare simbolo e nome e a guardare avanti a un partito veramente riformista“.

Per Peppino Di Iorio è importante considerare che “Gioino è diventato senatore perché aveva un gruppo che pensava come collettivo e che nel ’76 portò per la prima volta il Pci al 26% in una terra che aveva un moloc chiamato Dc. Ma lui era un innovatore e si scontrò tante volte con lo stalinismo del partito in Alta Irpinia”. Dal delegato del consorzio Asi un passaggio sul presente: “Oggi il problema è lo spopolamento. È necessario l’innesco di un processo economico e sociale che metta al centro il lavoro. Le Zes sono un’occasione, hanno messo in moto qualcosa. Ma ora sta ai sindaci“.

Spopolamento, aree interne. Temi cari anche al senatore e sui quali già ci si confrontava negli anni ’80. Lo evidenzia la scrittrice Luisa Cavaliere: “Il destino delle aree interne era tema di discussione già allora, nel dopo terremoto, e ogni tanto ritorna come un mantra. Propongo a Yuri una borsa di studio per studenti di agraria che restano qui, dedicata a suo padre“.

Io sono stato assessore regionale con Rastrelli – dice l’ex consigliere regionale Angelo Giusto -. Tutti i presidenti, tranne forse Caldoro, hanno usato i fondi europei. Se De Luca avesse il coraggio di limitare l’illusione di vitalità dei nostri paese nei mesi di agosto con la pioggia di eventi, dedicando la maggior parte delle risorse alla tutela di acqua e ambiente, le aree interne avrebbero la più grande opera finanziata della storia“.

Un assist perfetto per il vicepresidente Fulvio Bonavitacola che chiude: “Stiamo cercando come Regione di uscire dalla logica dello sviluppo indotto. La delibera per il piano triennale di contrasto alla dispersione idrica da 60 milioni, va in Giunta lunedì. La difesa del suolo non può essere più affidata alle Comunità montane, ma a un soggetto più efficace“.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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