L’Irpinia in caso di terremoto: LIONI

Fu uno dei paesi del cratere più colpiti dal terremoto del 1980 con migliaia di senzatetto e oltre 220 morti. Lioni, a distanza di 36 anni da quel drammatico 23 novembre, è un Comune completamente trasformato. Degli edifici del tempo è rimasto in piedi ben poco, interi quartieri sono nati laddove prima esistevano campagne; zone residenziali o per i servizi hanno moltiplicato gli spazi dentro e fuori il centro abitato e decongestionato il nucleo storico del paese, le grandi aree allestite con prefabbricati sono state quasi tutte smantellate lasciando a “Campo Bergamo” (prima foto in basso) lo status di simbolo dell’immediato post terremoto. Quanto di effettivamente antisismico c’è tra abitazioni private e luoghi pubblici è difficile saperlo. Qualche giorno fa a chi scrive è stata rivolta questa domanda: “Se dovesse esserci una scossa importante qui a Lioni (sperando che mai più accada! ndr), come faccio a sapere dove scappare?”.

 

 

Tempo fa circolavano in paese delle brochure informative nelle quali erano indicate le aree di attesa e di raccolta della popolazione. Però l’autrice della domanda risiede a Lioni da soli quattro anni e quella brochure, distribuita in piazza anche di recente dall’Anpas locale in occasione della campagna di prevenzione “Io non rischio”, non l’ha ancora avuta tra le mani.

Sul sito istituzionale del Comune c’è una sezione dedicata al Piano di emergenza comunale che contiene il Piano di Protezione Civile Comunale (PPCC). Si tratta di un documento pubblicato nel luglio 2015 sotto la supervisione dell’amministrazione Salzarulo. Un documento di oltre 120 pagine corredato da decine di tavole, piuttosto ostico per chi non è esperto della materia: sicuramente poco comunicativo. In estrema sintesi, il piano è un adempimento previsto da una legge regionale che attribuisce al sindaco l’autorità a livello comunale in materia di protezione civile: al suo interno vengono pianificate le risorse comunali per fronteggiare i rischi specifici presenti sul territorio e ridurre i danni. In altre parole, dovrebbe utilizzare strutture, spazi, viabilità e uomini (Vigili del Fuoco, Vigili urbani, Carabinieri, Guardia medica, Anpas, volontari, etc. ) nel modo più razionale possibile in modo da agevolare le operazioni di soccorso, assegnando a ognuno un compito, ed evitare che la popolazione subisca danni maggiori e ulteriori rispetto a quelli prodotti dalla calamità naturale o dal terremoto che l’ha colpita.

“E’ un buon punto di partenza, abbastanza dettagliato – commenta Pasqualino Garofalo, il delegato alla Protezione civile dell’amministrazione Gioino –. Siamo al lavoro per migliorarlo. In questi primi mesi del nostro mandato abbiamo dato priorità a due aspetti: studiare eventuali correttivi per il Piano che ciclicamente va aggiornato e inserirne le mappe statiche tra i servizi della app My Lioni alla quale sta lavorando l’assessore all’Innovazione”. In effetti, rendere le informazioni del piano facilmente accessibili alla popolazione sarebbe cosa buona e giusta, magari partendo proprio da una veste grafica diversa per quella mappa di non semplice consultazione contenuta nella brochure (foto in basso).

Il rilascio dell’applicazione è previsto a breve: consentirà di sfruttare i servizi Google maps per individuare il punto in cui trovare riparo e non si esclude in futuro una sua implementazione proprio nella sezione Protezione civile mettendo a disposizione dei cittadini qualcosa in più della possibilità di consultare le mappe di emergenza. “La mia squadra – aggiunge il primo cittadino Yuri Gioino sta studiando inoltre il recente bando regionale dedicato all’adeguamento sismico di strutture pubbliche per inserire un edificio di Lioni di interesse strategico tra gli interventi da realizzare”. Nel frattempo quindi resta in vigore il PPCC redatto dalla vecchia amministrazione e che prevede undici aree di attesa, cioè luoghi di prima accoglienza per la popolazione da utilizzare immediatamente dopo l’evento; e tre aree di accoglienza (via Leonardo da Vinci, la SS 400 incrocio Via Palatucci, la ex area 7). Il COC, il centro operativo comunale, al momento coincide con il municipio, dal quale in caso di emergenza il sindaco dovrebbe coordinare in accordo con la Prefettura l’attività di protezione civile. “Come Anpas facciamo parte della colonna mobile regionale – spiega il presidente della Pubblica Assistenza locale Gianluca Zarra -. La Regione Campania ci attiva e noi siamo immediatamente operativi. Recentemente due nostri uomini sono stati a Norcia. A livello comunale ovviamente siamo sottoposti al sindaco”.

E le scuole? “Sono stati effettuati i controlli dovuti negli edifici scolastici – continua Gioino – e non sono stati rilevati problemi”. Proprio questa mattina all’asilo nido comunale “Il giardino dei colori” la cooperativa Gea che gestisce il servizio illustrerà il piano di evacuazione agli operatori e ai bambini che subito dopo saranno coinvolti in una prova pratica. All’istituto comprensivo “Iannaccone” vantano già da diversi anni un impianto di emergenza all’avanguardia dotato di segnalazioni acustiche e luminose: mensilmente tutte le classi dall’infanzia alla media si esercitano individualmente nell’evacuazione in caso di emergenza, mentre l’ultima prova generale risale all’11 novembre dello scorso anno. Quanto ai tre plessi dell’istituto superiore “Vanvitelli”, risale a maggio l’ultima simulazione di emergenza e un’altra è prevista entro la fine del mese. “Abbiamo ottenuto tutte le certificazioni”, commenta il responsabile della sicurezza.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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