Lo Sprar di Torrioni, l’integrazione che funziona

Immigrazione e accoglienza. Al Convitto Nazionale “P. Colletta” di Avellino, questo pomeriggio la proiezione del film “L’ordine delle cose” di Andrea Segre, occasione di dibattito per mantenere viva l’attenzione sull’organizzazione dell’accoglienza, quella vera. Discorso che in Irpinia alcuni amministratori hanno solo accennato, ma che in altri è stato portato avanti con coerenza. E funziona. È il caso di Torrioni, dove nel 2016 è nato lo Sprar “Valeria Solesin”, una realtà positiva dalla quale molti comuni irpini potrebbero prendere esempio. “A Torrioni – ha dichiarato il sindaco Virgilio Donnarumma – pur non essendo tra i primi ad aver intrapreso questa forma di accoglienza, pensiamo di essere tra quelli che hanno sposato con convinzione l’iniziativa, operando attivamente sul territorio per l’integrazione e la partecipazione dei migranti alla vita sociale. Discorso che molte volte si allarga anche ai comuni limitrofi”.

 

Non basta garantire vitto e alloggio, ci vogliono assistenza e mediazione culturale. “Il nostro è un progetto completo – ha spiegato il primo cittadino – nel quale rientrano una serie di iniziative che impegnano i ragazzi in attività di formazione per il lavoro ed eventi culturali. Che non bada, insomma, alla sola quotidianità nel periodo in cui restano presso la struttura, ma ruota intorno alle attività che permettono loro di avere una vita come quella di tutti i nostri cittadini”.

Cittadini che, stando alle parole di Donnarumma, all’inizio non avevano accolto in modo positivo il progetto per una serie di problematiche legate a preconcetti, talvolta maggiori nelle aree interne. “Abbiamo sofferto in maniera rilevante questo problema, anche perché il sistema Sprar viene strumentalizzato dalla politica. Ma, dopo i primi giorni, è tutto rientrato. Forse perché stiamo lavorando bene, con operatori che collaborano e con i ragazzi che, impegnati sul territorio, hanno avuto modo di farsi conoscere. Quindi interessante anche sotto l’aspetto culturale, con uno scambio che sta facendo aprire le menti di tante persone

 

Con il sistema Sprar, ci si ritrova a gestire un numero minore di richiedenti asilo, calcolato in base a quello degli abitanti del comune ospitante. Eliminando, in questo modo, non solo pregiudizi ma anche la gestione non controllata e talvolta scorretta dei Cas.

Per quei sindaci irpini che non si sono ancora mossi verso la stessa direzione di Torrioni, pur ospitando un numero consistente di rifugiati nel loro territorio, le parole di Donnarumma non devono essere un appello, perché “ogni amministratore sa che questo è un problema nostro e non affrontarlo vuol dire solo nascondersi. Non devo essere io a sollecitare gli altri sindaci. Lo Sprar a Torrioni è nato proprio perché il flusso dei migranti stava diventando un problema di grosse dimensioni, per cui non era facile frenare anche i Cas. Perché è a loro che bisogna porre riparo. Sono strutture che non condivido perché lasciano molto all’iniziativa privata che, pur essendo rispettabile, non sempre da le dovute garanzie. L’ente pubblico locale supportato dalle Prefetture, dal Ministero dell’Interno può funzionare bene e superare le fasi di difficoltà”, ha concluso il sindaco.

Chi invece ha chiaramente lanciato un appello ad adottare il sistema Sprar in tutta Italia, è stato Ashu Randy, camerunense ospite dello Sprar: “Nella struttura mi trovo molto bene, sto studiando e mi sto formando come mediatore culturale. E questo è un grande passo verso l’integrazione. Mi sento finalmente protagonista del mio futuro che, invece nel campo – così i ragazzi africani definiscono il Cas – mi sembrava un po’ oscuro. Mi sentivo abbandonato, perché nel Cas in cui mi sono ritrovato all’inizio non c’erano operatori che ci seguivano. Lì ognuno fa un po’ come gli pare e la burocrazia è molto lenta, perché siamo in tantissimi”.

Sabina Lancio

Ha da poco conseguito la laurea magistrale in Teoria dei linguaggi e della comunicazione audiovisiva all'Università degli studi di Salerno. Le piace scrivere e, in generale, lavorare nel mondo della comunicazione, conoscere nuove persone e intraprendere nuovi percorsi.

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