Maria Antonietta: ‘Inconcepibili le critiche ai comitati, ambiente e borghi innanzitutto’

Maria Antonietta Ruggiero, Lioni

“Dopo l’incontro di Calitri è evidente un rallentamento nel processo di sviluppo del progetto pilota, nonostante l’ottimismo espresso da Fabrizio Barca. Il tanto atteso “focus alta irpinia area pilota” è un contenitore di idee che, a mio avviso, stenta a decollare a causa delle difficoltà riscontrate nell’unire i vari comuni attorno a questa unica strategia. Tanti buoni propositi, ma chiare sono le difficoltà. Dai summit che si sono susseguiti nulla è cambiato, e l’ultimo incontro lascia tante incertezze e nulla di concreto.

Tante attese e speranze che questo progetto possa cominciare a prendere forma. Criticabili sono le diffidenze manifestate nei riguardi dei comitati popolari. E’ un grosso errore non dare ascolto alle varie realtà associative che difendono democraticamente il nostro territorio dai rischi delle trivellazioni e dall’eolico selvaggio. Questi movimenti spontanei dei cittadini, nati per difendere il nostro territorio dalla speculazione, dovrebbero essere al centro dell’agenda del progetto pilota e dovrebbero diventare il tema portante dei summit. Inconcepibili sono le critiche mosse contro queste lotte che si stanno portando avanti da anni. Alle trivellazioni, agli elettrodotti, agli inceneritori, dovremmo contrapporre la genuinità dei prodotti tipici locali.

L’unico oro nero che abbiamo è l’aglianico”, questo slogan nato nelle varie campagne di sensibilizzazione contro le trivellazioni, spiega a chiare lettere la volontà irpina di porre i riflettori sulla produttività agricola, sull’autenticità dei prodotti artigiani. L’Irpinia ha resistito al sisma dell’Ottanta, e ora vuole crescere, puntando sulle bellezze artistiche e territoriali. Per fare ciò e per applicare nella realtà i punti caldi del progetto, bisognerebbe andare oltre le fazioni politiche e superare l’incomunicabilità tra i soggetti che ne fanno parte. L’Irpinia come un arcipelago è un’idea ambiziosa, presentata da Barca in più di un’occasione. Ogni comunità irpina dovrebbe contribuire con la propria specificità. E, allora, si potrebbe partire dall’arte della ceramica di Calitri, per poi giungere alla bellezza paesaggistica di Cairano. Insomma, l’Irpinia andrebbe concepita come un unico territorio, sul quale cominciare a porre le basi per il turismo.

In questa fase embrionale del progetto, è fondamentale la valorizzazione dei borghi, delle caratteristiche dei luoghi e il miglioramento delle vie di comunicazione tra un paese e l’altro, oltre al perfezionamento della ricettività. Caratteristico è l’idea dell’albergo diffuso, ne è esempio quello di Castelvetere, insieme alla sala medievale e alla bottega artigiana. Credo che l’ottimismo di Barca possa portarci realmente fortuna, ma spero che ciò non diventi un progetto mai attuato, sarebbe un grosso fallimento per lo sviluppo del territorio e per evitare lo spopolamento. Il turismo, appunto, potrebbe diventare, con gli anni, il motore e la crescita dell’Alta Irpinia, per i giovani che, nonostante le difficoltà economiche, hanno pensato e creduto di investire qui le loro conoscenze. Lavorando in questa ottica si può notevolmente crescere, questa è la mia speranza futura e spero che trovi realizzazione in questo contenitore di idee”.

 

 

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