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Movida rurale, Irpinia Docg

Sono passati solo pochi giorni dall’apertura di bar e attività commerciali in Campania. Le immagini del lungomare di Napoli, quelle dei baretti di Chiaia e finanche le istantanee del corso di Avellino o delle piazzette di Benevento stridono con la fotografia dei paesi. In alcuni bar hanno messo addirittura nastri di fortuna a separare le sedie che ospitano gli anziani. A Calitri, davanti al centralissimo edificio delle Poste, già prima del coronavirus c’erano segnaposti involontari. E ora gli anziani restano composti, indossano mascherine.

Ai tavolini dei bar, sul corso di Aquilonia, la scena è più o meno la stessa. Ma il passeggio c’è un po’ ovunque, esistono pure i giovani eh. Non tutti i paesi sono percorribili agevolmente in bicicletta per via delle singole caratteristiche urbane e morfologiche. Ad Aquilonia è molto semplice. Lo è anche a Lioni, Montella. Altri luoghi sono arroccati su uno o più colli, come Sant’Angelo dei Lombardi, Nusco, Teora. E allora le istantanee sono diverse.

Però i gruppi di giovani e giovanissimi diventano i padroni del crepuscolo ovunque, protagonisti del passaggio giorno-notte. Camminano a gruppi, spesso con le mascherine abbassate quando fa più caldo. Stanno per affrontare l’esame più strano degli ultimi decenni oppure si godono la vacanza anticipata. Sono gli attori principali dell’aperitivo, questo demone perfido, perché poi alle 23.00 tutti andranno a casa: minuto più minuto meno. Non c’è un lungomare da ammirare di notte, poche le case minuscole in quartieri da cui stare lontano il più possibile. Non è sempre dolce tornare a casa presto, soprattutto dopo i due mesi di quarantena; ma nelle aree interne può essere indolore.

L’Irpinia non ha nessun problema di movida e distanziamento, questo è chiaro. Basta farsi un giro di sera, si annusano i profumi della primavera e si ascolta il silenzio. Ed è vero che in qualche realtà qualcuno è stato multato, molti a Sant’Andrea di Conza, e altri fatti sgomberare, vedi Lioni. Ma qui basta una volante per disperdere, non siamo mica nella metropoli…

La ripartenza dei rapporti? Sarebbe meno problematica e più sicura rispetto alle città. Lo spazio è infinto tra laghetti e montagne. Se soltanto tutto fosse più attrezzato si potrebbe davvero pensare a un’estate alternativa ma pur sempre estate. E invece a quanto pare, e come al solito, si attenderà sempre e solo agosto per mettere in piedi qualche spettacolo con un massimo di mille spettatori all’aperto. Sempre che tutto vada bene…

Eppure qui si potrebbe vivere all’aperto, studiare all’aperto come sogna Franco Arminio. Ci stanno pensando le guide escursionistiche a fare ripartire la stagione del trekking. Sì perché i Comuni sono impegnati a garantire una ripartenza socio-economica quantomeno sufficiente. E e le Proloco devono inventarsi nuove iniziative dopo lo stop alle grandi manifestazioni enogastronomiche.

L’Irpinia dunque riparte a rilento, nonostante il distanziamento naturale e garantito. Perché poi l’Irpinia è così, timida e ipocondriaca, cauta e timorosa. E ancora, ostinatamente, alla ricerca di un brand e di una strategia da definire per muoversi compatta sul fronte turistico. Si parla di tavoli di confronto pubblico-privato, di fondi, progetti e programmazioni. Alla fine per questa estate sarebbe sufficiente che ogni realtà mettesse a regime i loro piccoli e grandi angoli di storia e natura. Per far vivere gli abitanti e i visitatori. Ma sarebbe troppo semplice, dobbiamo complicarci la vita.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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