Nel carcere di Lauro si costruiscono aerei

Domenica 12 luglio alle ore 17:00 a Expo 2015, presso il padiglione della Kip International School delle Nazioni Unite, Mediterraneo Sociale, la società consortile con sede a Napoli che coordina quasi 40 unità operative complesse solo in Campania e che da trent’anni lavora al nuovo orizzonte di Welfare delle Comunità Locali Sostenibili, presenta il Social Flight One (SFO), il primo aereo interamente costruito in carcere.

Il velivolo, un biposto con doppi comandi, è il frutto del lavoro dei detenuti dell’Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze  di Lauro (Av), in seno al progetto Le Ali della Libertà, promosso dalla cooperativa L’approdo, patrocinata dalla Caritas di Avellino, e dall’associazione Il pioppo-onlus della rete di Mediterraneo Sociale, e finanziato con il Fondo Lotta alla Droga (legge 45/99) della Regione Campania.

 

Il Social Flight One inaugura la filiera sociale dell’industria artigianale degli aerei della cooperativa Le Ali della Libertà, che avrà il suo quartier generale nella aviosuperficie di Teggiano (Sa). Interverranno alla presentazione dell’aereo sociale Beppe Battaglia, ideatore del progetto Le Ali della Libertà e responsabile del Dipartimento Carcere e Cittadinanza di Mediterraneo Sociale; Luciano Carrino, presidente della Kip International School; Lucia Castellano, ex direttrice dell’Icatt di Eboli (Sa) e Consigliere Regionale della Regione Lombardia; Salvatore Esposito, presidente di Mediterraneo Sociale; Francesco Maisto, alla guida del Tribunale di Sorveglianza di Bologna; Michele Marrazzo, presidente della cooperativa Le Ali della Libertà; Carlo Mele, direttore della Caritas di Avellino; Mauro Palma, vice capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e consigliere del ministro sulle tematiche della detenzione; Angelo Righetti, presidente di RES-Int.

 

L’aereo sociale. Social Flight One è stato prodotto in gran parte presso la falegnameria dell’Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze (Icatt) di Lauro (Av), mentre soltanto l’ultima fase dell’assemblaggio è stata conclusa presso un’officina esterna. È interamente realizzato in legno, mentre gli elementi di collegamento delle strutture e i carrelli sono in acciaio. In rispetto delle più recenti normative sulla sicurezza, l’aereo monta un nuovo tipo di paracadute capace di assicurare l’intero velivolo. Il Social Flight One è dotato di un motore da 1.200 c.c., eco-friendly riguardo a consumi ed emissioni, nonostante un’autonomia di volo che può arrivare a coprire i 1.400 chilometri. Si costruisce mediamente in tre/quattro mesi, mentre il suo costo è paragonabile a quello di un SUV di media categoria (quindi circa 80.000 euro). Per questo tipo di aerei c’è un’elevata domanda da parte dei privati. Tuttavia, Le Ali della Libertà e Mediterraneo Sociale, immaginano esclusivamente acquirenti e destinazioni d’uso altrettanto “sociali”: monitoraggio dei boschi, delle aree archeologiche, delle zone a rischio di incendi dolosi. Ma anche turismo sociale, capace di regalare alle persone, soprattutto a quelle con disagio, l’emozione del volo. Oppure trasporti rapidi, dal momento che il velivolo può atterrare e decollare su una pista di appena 200 metri lineari. Il Social Flight One non rappresenta solo il prototipo di un mezzo di trasporto, ma di una intera filiera produttiva: la cooperativa Le Ali della Libertà, col sostegno di Mediterraneo Sociale, ha acquistato a Teggiano (Sa) una terreno con relativo hangar, adiacente alla superficie avio civile del Vallo di Diano. La cooperativa Le Ali della Libertà, che vanta nel suo staff la presenza di un pilota/progettista e di un meccanico specializzato, si propone così di costruire i prossimi velivoli, tra le officine interne alle carceri e l’hangar di Teggiano, che nel tempo sarà pure predisposto a servire da officina di manutenzione per altri aerei privati. Nella fattispecie, i semilavorati verranno realizzati sempre dando lavoro alle fasce più deboli, mentre gli aerei verranno realizzati presso la struttura di Teggiano.

Social Flight One è una novità assoluta per il mondo penitenziario, divenuta realtà nella città che ha dato i natali al pioniere del volo e deputato comunista Umberto Nobile

 

ci racconta Beppe Battaglia, storico operatore dell’associazione Il Pioppo-onlus, responsabile del Dipartimento Carcere e Cittadinanza di Mediterraneo Sociale e ideatore del progetto Le Ali della Libertà. È lui che assieme al maestro falegname Aurelio dell’officina del carcere di Lauro e a Giovanni, Ciro e Angelo, ha lavorato al prototipo. «L’aereo sociale è un simbolo prima ancora che un prodotto – continua Battaglia – il primo aereo al mondo costruito non per evadere ma per riabilitarsi! E superare così lo stato di cose per il quale il lavoro in carcere è squalificato e squalificante, ripetitivo, pericolosamente prossimo allo sfruttamento e incapace di fornire un’autentica motivazione creativa. Per noi, invece, la re-inclusione non può che passare per la possibilità di tornare a immaginare la propria vita fuori dal carcere, oltre il carcere: portare un lavoro dignitoso e qualificante tra quelle mura significa dunque impegnarsi davvero a snidare potenzialità, risorse silenti, a realizzare sogni». In questo senso, non a caso, si è scelto di provare a implementare la “utopia concreta” del Social Flight One all’interno di un Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze (Icatt): «Queste strutture – prosegue Battaglia – sono gli istituti penitenziari nei quali per legge (la 354/75) dovrebbero essere recluse le persone con reati legati all’uso di sostanze stupefacenti. Il legislatore ha infatti in qualche modo riconosciuto l’inadeguatezza dell’invio in carcere di soggetti con alle spalle storie pregresse di tossicomania, prevedendo per loro una tipologia di detenzione attenuata, dove a fronte di un reato si riconosceva pure la necessità di un trattamento integrato di natura terapeutico-riabilitativa». In questo senso, il Social Flight One è, proprio come fu il dirigibile Norge per Umberto Nobile, uno strumento della storia, uno straordinario caso di Welfare generativo. In tal senso si sta già lavorando per estendere questa esperienza alle altre dimensioni del carcere e della riabilitazione, sempre nel segno di una commistione proficua tra l’agio e il disagio.

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