Ospedali Alta Irpinia, nessuna rivoluzione dal Progetto Pilota

“La sanità è commissariata”. Anche a Calitri, anche nell’ambito del Progetto Pilota. Rodolfo Salzarulo scherza ma neanche troppo quando a prendere la parola per presentare i risultati del tavolo sulla sanità non è un sindaco, come era accaduto per la scuola, ma il commissario dell’Asl Avellino Mario Ferrante. “I tecnici del ministero hanno voluto così”, spiega il sindaco di Lioni.

Che quello sulla sanità fosse il tasto dolente della mattinata dedicata al Progetto pilota Alta Irpinia lo si era capito già in apertura dei lavori. Non a caso Domenico Liotto, dirigente regionale e referente del progetto, aveva voluto assistere alla discussione che ha coinvolto oltre a sindaci e portatori di interesse, il commissario dell’Asl Avellino Mario Ferrante, il direttore del Moscati Pino Rosato, il ds dell’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi Angelo Frieri e il parlamentare Giuseppe De Mita.

Proprio De Mita, che si è presentato come “semplice utente del SSN”, ha suggerito al tavolo di “definire una volta per tutte e in modo certo l’ambito della deroga e il quadro normativo in cui riorganizzare i servizi sanitari”. Nella proposta del deputato irpino fondamentali sono: la riorganizzazione del territorio che passa necessariamente attraverso  la riqualificazione e l’aggiornamento del personale; e la messa a regime di un sistema dell’emergenza che integra gli ospedali presenti sul territorio e in particolare fa del “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi la porta d’ingresso delle emergenze altirpine verso il “Moscati” e la porta di uscita dal “Moscati” verso il territorio”. Spunti arricchiti da Ferrante che ha parlato della necessità di informatizzare tutti i medici di medicina generale e soprattutto da Rosato per il quale il “Criscuoli” deve rientrare nella rete dell’emergenza riattivando i posti di rianimazione previsti dal codice 75, mentre l’ex ospedale di Bisaccia può essere trasformato in “una casa della salute grazie alla previsione di posti di lungodegenza”.

“Il piano di rientro dal debito – hanno precisato i tecnici ministeriali – non è condizionabile dalla strategia per le Aree interne”. Detto in altri termini, inutile parlare di  riaperture di ospedali. Precisazione resa necessaria dall’intervento del sindaco di Bisaccia, Marcello Arminio, che aveva espresso le perplessità della sua comunità rispetto a un progetto che deve creare servizi magari predisponendo nuove strutture, quando invece il “De Guglielmo” è già esistente. “Il punto è che se l’assistenza sociale continua a essere ridotta all’osso il tasso di ospedalizzazioni resterà alto”, ha tuonato Salzarulo, non molto soddisfatto delle conclusioni venute fuori dal tavolo. 

Ventagli e cartelline stampa: la temperatura nella sala giunta della Comunità Montana è alta. Oltre alla sanità e all’Idea Guida, sulla quale ha ragionato a lungo Fabrizio Barca al momento di tirare le conclusioni della giornata di lavori, si è parlato di istruzione. Tutti concordi sulla necessità di assicurare scuole del’infanzia e primarie in tutti i 25 comuni, di verificare la possibilità di fare altrettanto con le secondarie superiori, di creare poli formativi vicini alle vocazioni del territorio; di potenziare la formazione linguistica, riprendere l’esperimento dell’ex ministro Profumo sulle scuole-centri civici, e lavorare perché si passi da una cittadinanza comunale a quella d’area.

Sette giorni per chiudere la bozza, poi partirà la fase di scrittura della strategia, cioè del racconto di ciò che si vuole fare e dei risultati da raggiungere. Espressi in numeri, non più in sole parole.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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