IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

La storia e i paesaggi di Mercogliano, Capocastello, e Montevergine. L’Irpinia da far conoscere innanzitutto agli irpini, per poi promuoverne le bellezze e invogliare a visitarla. Questo l’obiettivo di Felice De Dominicis, fondatore della pagina Facebook Paesaggi Irpini e organizzatore dell’iniziativa Invasioni Irpine che, per la 55° tappa, ha scelto di compiere un viaggio nella storia, nell’arte e nella cultura della cittadina ai piedi del Partenio.

Insieme a visitatori provenienti da diversi paesi della provincia e con la collaborazione della Pro Loco di Mercogliano e di TgMercurio, alla riscoperta di quella che lo stesso De Dominicis ha definito “una delle tappe più attese, perché conserva ancora le impronte tipiche dei vecchi borghi medievali. Inoltre, conosciamo bene il lavoro di promozione che svolge la Pro Loco di Mercogliano e questo ci ha invogliati a venire. Avevamo intenzione di visitare Mercogliano in occasione di Castellarte, poi purtroppo la manifestazione non si svolgerà. Così abbiamo deciso di farlo una domenica mattina. Siamo quasi a metà del nostro tour irpino e in ogni tappa, come in questa, alterniamo le bellezze storiche a quelle naturalistiche e paesaggistiche”.

Il castello, qualche casa intorno e, in basso, le cosiddette “casaline”, case di legno. Così è nato il borgo di Capocastello, da poco inserito anche nei Luoghi del Cuore Fai. Il percorso di Invasioni Irpine è partito proprio da qui. E, in particolare, da Porta dei Santi, uno degli ingressi delle antiche mura del borgo medievale, e sul quale arco sono raffigurati i santi Modestino, Fiorentino e Flaviano che, come ha raccontato l’antropologo Antonio Severino, hanno compiuto in zona la loro opera di evangelizzazione.

Proseguendo, poi, nella visita delle antiche e affascinanti chiese situate nel centro storico, nella chiesa di San Giovanni e poi in quella dei Santi Pietro e Paolo, ad accogliere i visitatori, Don Vitaliano Della Sala che ha descritto il monumento sia sotto il profilo sacro che architettonico. Raccontando, inoltre, del grande impegno e delle poche risorse a disposizione per la restaurazione, che ha riguardato, tra le altre, alcune opere pittoriche dei Solimena, custodite tra le mura della chiesa madre. “Una chiesa sfortunata – ha detto Don Vitaliano -. Terremoti e incendi l’hanno distrutta insieme al castello e quella che vediamo oggi è una struttura ricostruita all’interno della vecchia architettura. Ma ricca di arte e di storia. Per questo necessita di continui restauri, anche se non è facile trovare le risorse necessarie”.

Poi una sosta al Vagno, il quale accesso avviene attraverso Porta dell’Acqua. Ancora oggi utilizzato per lavare le pecore prima di procedere alla tosatura, fa parte di un vero e proprio capolavoro della vecchia ingegneria idraulica che la memoria storica degli anziani del posto, ricorda attivo fino agli anni ‘50. Un sistema idrico che, come ha raccontato Severino, andrebbe recuperato per far fronte alla perdita di acqua e ai periodi di secca.

Dal centro storico alla volta del Santuario di Montevergine, con la visita al museo. E dell’immensa distesa verde pianeggiante di Campo Maggiore. Così è proseguito il tour di Invasioni Irpine, un gruppo di appassionati che partecipa alla valorizzazione delle aree interne, attraverso la diffusione della cultura e la promozione di zone talvolta poco conosciute agli stessi irpini. “Invadiamo il territorio – ha spiegato De Dominicis -, per esplorarlo in prima persona e poi, con il materiale raccolto durante le visite, facciamo in modo che attraverso i social, anche gli altri possano conoscerlo e magari decidere di visitarlo”.