Patrimoni fotografici, il Mavi di Lacedonia nella rete regionale

Il Museo Antropologico Visivo Irpino di Lacedonia, ha preso parte alla prima Assemblea della Rete Campana delle Fototeche, Raccolte e Archivi Fotografici, convocata presso la Soprintendenza di Salerno  alla presenza della dirigente Francesca Casule.

Costituitasi con un Protocollo d’Intesa nel giugno del 2018, la Rete comprende 17 soggetti aderenti rappresentativi delle diverse realtà attive nella regione Campania nel campo della tutela e della conservazione del patrimonio fotografico. Oltre al MAVI, i partner aderenti alla Rete sono: l’Associazione Culturale Il Didrammo/Mudif di Sarno e Montesano sulla Marcellana, promotore della Rete e partner capofila, gli archivi di Stato di Benevento e di Salerno, l’archivio fotografico Angelo Pesce di Torre del Greco, il Centro Guido Dorso di Avellino, il Centro Universitario Europeo dei Beni Culturali di Ravello, i Comuni di Salerno, Eboli e Cava, il Consorzio di Bonifica Tanagro, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, la Fondazione CeRPs di Nocera Inferiore, la Provincia di Salerno, la Società Napoletana di Storia Patria, la Società Salernitana di Storia Patria, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Salerno ed Avellino.

Nell’ambito della prima Assemblea si è discusso sulla programmazione delle attività nell’anno corrente, definendo all’unanimità la necessità di avviare attività formative e di stilare linee guida comuni alla Rete per tutelare, conservare e valorizzare i beni fotografici dei partner. Al centro dell’incontro anche l’adozione di un logo comune, simbolo della nuova realtà costituitasi. Si è legittimata in tale occasione la collaborazione tra il Comune di Lacedonia, la Pro Loco “Gino Chicone”- MAVI e il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università Degli Studi di Salerno, di cui è responsabile il prof. Luca Cerchiai, con delega al prof. Vincenzo Esposito, responsabile scientifico del laboratorio di Antropologia culturale “Annabella Rossi”.

Scopo dell’accordo è la ricerca scientifica demoetnoantropologica ed etnografico-visiva del Patrimonio culturale materiale e immateriale rappresentato dai 1801 scatti di Frank Cancian custoditi nel MAVI. Nell’incontro, oltre a definire lo sviluppo del progetto con inizio in data 11 marzo 2019, sono state programmate anche attività integrative e sussidiarie alla ricerca innestata sul campo dall’UNISA, che avrà una durata di tre anni. Trattasi dunque di convegni, eventi culturali, conferenze organizzati sul territorio di Lacedonia. L’accordo così sancito conferisce alla mission del MAVI maggiore legittimità, proponendosi di diventare un vero e proprio centro di studi di antropologia di interesse europeo, un laboratorio di studi sull’Alta Irpinia per la conoscenza del suo presente.

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