Per chi sogna la natura, i progetti del Gal Cilsi

In attesa che decolli il turismo è certamente decollato il dibattito sul turismo. La creazione di un distretto altirpino in cui gli operatori possano lavorare in regime di sgravi fiscali e agevolazioni ha aperto le danze. Ma con le strutture non crei direttamente il circuito: quindi ci vogliono fortissime idee di fondo. I Gal sono alcuni dei soggetti protagonisti; in particolare quello altirpino (Cilsi) è partito da poco con la programmazione. Entro il 30 agosto dovrà presentare il progetto valido per i prossimi 5-6 anni. La sua idea di sviluppo insomma. Ma le idee, lo hanno ribadito lunedì sera i vertici nell’Oasi di Conza, dovranno arrivare soprattutto dal territorio. “Parte la campagna di ascolto”, dicono il presidente Donato Gioseffi e il coordinatore Mario Salzarulo. “Faremo ciò che la gente chiede“, aggiungono. Se la gente – intesa come sindaci, associazioni – chiede sagre e feste di paese, si faranno anche le sagre e le feste di paese. Questa l’impostazione di Salzarulo ma non è esattamente così.

Il Cilsi, come gli altri Gal, si muoverà secondo le caratteristiche dell’ente. Modellando le attività in base alle richieste. A patto che queste siano coerenti con le linee guida dei gruppi di azione locale e della Regione sui temi come lo sviluppo rurale. Per dirne una, ha sostenuto lo Sponz Fest negli anni scorsi. E dunque musica e spettacoli, certo. Ma sempre con un forte legame con la terra.

 

Il turismo, si diceva. Da Conza l’idea di fondo sembra definita. Qui si punta ad agricoltura, rurale, gastronomia. E natura, pale eoliche permettendo. Non sarà mai il turismo dei grandi flussi ma neanche di quelli medi. Nella mente del neopresidente Gioseffi, di Salzarulo e della nuova vicepresidente Rosanna Repole, c’è l’idea di sviluppare piccoli discorsi sulla sostenibilità ambientale. Magari sul modello oasi. O creare percorsi (regio tratturo, Appia antica). Magari con il contributo mediatico di narratori come Rumiz. Sicuramente con il sostegno di studiosi come Alfonso Nannariello. Tutto ciò farebbe pensare a nicchie di visitatori, ma consapevoli. E’ l’ambizione del territorio che guarda ad Est, non dell’intera Alta Irpinia. E tutto questo, si è detto nel convegno di presentazione, si lega ad agricoltura, architettura di recupero dei luoghi. Si parte dunque con la consapevolezza di possedere un piccolo gioiellino ancora grezzo. Poi, ovviamente, il discorso bandi e opportunità per enti o privati andrà fatto volta per volta. Segnali di reazione a una crisi profonda che sta attraversando l’area (ridicolo nasconderlo). Segno che qualcuno vuole ancora scommettere sull’ambiente come possibilità di offrire lavoro, perché in attesa del riordino dell’Asi nelle aree industriali non si intravede impulso.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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