Progetto Alta Irpinia, la lunga attesa

Le perplessità sulla vocazione dell’Alta Irpinia per i prossimi anni, negli ultimi giorni si discute sul rapporto tra patrimonio boschivo ed energia, la dicono lunga sull’attuale grado di coinvolgimento (o scarso coinvolgimento) della comunità altirpina in relazione al Progetto Pilota. In realtà tra pochissimo sarà tutto più chiaro. Si firma infatti il via libera definitivo alla strategia. Solo allora, dopo documenti, riunioni tecniche e guerre intestine, si entrerà nel vivo. Ciò non significa che il grado di coinvolgimento non debba essere alzato, anzi. Ma di sicuro tutti – associazioni, movimenti, partiti, sindacati etc. – non potranno trincerarsi dietro i difetti di trasparenza della ‘città’ formata da venticinque amministrazioni.

Le misure del Progetto Pilota andranno a incidere presto, nelle intenzioni, sulla costruzione di un sistema turistico e sulle strade. Ma in realtà ci sono una serie di soggetti e fondi – tra Regione e Provincia – che a prescindere dalla strategia aree interne saranno politicamente obbligati a dar seguito ad annunci e promesse. La sovraesposizione mediatica del governatore – onnipresente in Irpinia e in particolare in Alta Irpinia ad ogni taglio del nastro – ha portato innegabili vantaggi in termini di consenso allo stesso Vincenzo De Luca. Di contro, il numero uno della Giunta regionale rischia di peccare di ottimismo.

 

Chi non lo ama ha sempre e comunque il dito puntato sulla sua maggioranza. Altri attendono con ansia i fatti e sono pronti a giudicarlo solo e soltanto in base a questi. Aspettano per esempio gli interventi sulla viabilità nei paesi del versante orientale, previsti nel progetto pilota. Ma aspettano pure un’accelerazione sulla Lioni-Grotta, che pur non essendo parte della strategia è stata più volte citata dal presidente. Di sicuro molte preoccupazioni vertono sulla sanità; con un ospedale, quello di Sant’Angelo dei Lombardi, che si può collocare tra lo standby o l’agonia a causa dei decreti non attuati. Al Criscuoli è anche previsto il centro per l’autismo. I tempi dovrebbero essere brevi ma chissà. E anche su altri argomenti la Regione non ha ancora reso concrete le buone intenzioni. Resta sempre chiuso il Cima di Sant’Angelo, il centro che si occupava di monitoraggio ambientale. L’elenco di ciò che si aspetta non è finito. Bagnoli Irpino non può far ripartire gli impianti del Laceno senza risorse economiche certe e pronte. E per il momento tralasciamo le aree industriali, il lavoro, la scuola, l’ambiente: argomenti decisivi che meritano ben altri approfondimenti. 

 

C’è poi un discorso sui sindaci. Se Stato centrale e Regione dovessero fare la loro parte, alle fasce tricolore toccherà dare una prova di coesione soprattutto sulla costruzione delle reti (da quella museale ai percorsi formativi per fare due esempi). Però all’orizzonte c’è una campagna elettorale importante. In primavera si vota a Sant’Angelo dei Lombardi, Caposele, Bagnoli, Conza, Aquilonia, Cairano, Rocca San Felice. Ancora presto per parlare di geografia politica, di una tornata in grado di rafforzare Nusco e dintorni o di capovolgere i rapporti di forza a favore dei cosiddetti “dissidenti”. L’auspicio è che la strada dei 25 – condivisa, palese, oseremmo dire definitiva perché non si può più aspettare – venga intrapresa prima delle amministrative. Altrimenti, questo sembra ovvio, l’Alta Irpinia subirà l’ennesimo ritardo. Un altro anno per vedere i primi risultati di un progetto a cui si lavora da 48 mesi? Speriamo di no.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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