“Decenni di iniziative di sviluppo senza sostanza trasformatesi in operazioni clientelistiche”. La secca premessa di Claudio Mazzone del circolo PD di Senerchia ha aperto il confronto di questo pomeriggio a Lioni sul Progetto Pilota Alta Irpinia promosso dai Giovani Democratici con la partecipazione, tra gli altri, del professor Paolo Ricci, docente dell’Unisannio e presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
“Che relazione c’è tra il Progetto Pilota e il Patto per lo sviluppo? – si è chiesto l’ex assessore al Piano Strategico del Comune di Avellino – Dovremmo fare un censimento delle azioni e delle intenzioni messe in campo da tutti finora, va messo a sistema tutto il pregresso, anche se ovviamente non tutto può trovare spazio”. Ricci ha anche precisato: “Il Progetto Pilota muoverà denari, chi li gestirà sarà adeguatamente formato ed eticamente integro? E’ questo un limite italiano, che riguarda anche i privati. Nella programmazione europea 2014-20 c’è un capitolo apposito per la formazione dei manager pubblici perché spesso ci si dimentica che la politica dà l’indirizzo, la Pubblica Amministrazione gestisce”.
Concorde la consigliera regionale Rosetta D’Amelio: “I Comuni hanno sperimentato finora in modo non organico gli interventi, ora è necessario coinvolgere anche l’associazionismo – poi la stoccata – La sanità continua a essere il luogo del potere degenerativo: non mancano i soldi, manca una buona organizzazione dovuta alla presenza di troppi raccomandati”.
Sollecitazioni opportune quelle di Ricci e D’Amelio, conseguenziali agli interventi di due sindaci del territorio. “Serve un tavolo di partenariato – aveva già precisato Rosanna Repole – fatto di vari soggetti che da tempo sono al lavoro sul territorio perché questa idea di sviluppo deve nascere dal basso”. Da Stefano Farina invece l’invito ai Giovani Democratici a continuare nell’azione di sollecitazione alla riflessione intrapresa: “Serve più partecipazione perché così si alleggerisce il peso che grava sui sindaci. Le cose discusse in una stanza non vanno bene e gli amministratori vanno accompagnati. Vi invito a sollecitare – ha concluso – anche De Mita”.
L’avellinese Francesco Todisco ammonisce: “Bisogna calare il Progetto Pilota nel discorso complessivo sullo sviluppo in Irpinia. Questa non è la solita sperimentazione perché guarda a fondi ordinari dello Stato, e’ replicabile ed estensibile. Il Progetto non andrà da nessuna parte se l’Alta Irpinia continua a essere pensata come una realtà a sé stante”.
Nota dolente dell’iniziativa la scarsissima partecipazione dei giovani che a quanto pare, alla sperimentazione della riorganizzazione di servizi fondamentali come sanità, istruzione e trasporti sul territorio di 25 Comuni tra Comunità Montana Terminio Cervialto e Alta Irpinia, poco sono interessati.
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