Quelle fabbriche sul lago di Conza

Parte da Conza della Campania, in Alta Irpinia, il nostro viaggio tra le aree industriali della provincia. Otto lotti su una superficie complessiva di 175mila mq che, in base a quanto previsto alla sua creazione, cioè sfruttando i fondi dell’articolo 32 della legge 219/81, avrebbero dovuto dare lavoro a 193 addetti. Oggi sono invece circa 150 gli occupati, secondo i dati fornitici dalla Cgil.

“Conza come tutte le aree interne ha pagato molto la crisi – commenta il sindaco Vito Cappiello – Il progetto pilota Aree Interne, se da una parte ci darà la possibilità di attingere a risorse europee importanti, dall’altra parte ha certificato lo stato di difficoltà in che cui versa l’Alta Irpinia. Può essere però l’occasione per avviare un discorso strategico sull’industria in queste zone, cosa che è sempre mancata”.

Al momento le aziende esistenti nell’area Asi di Conza appartengono prevalentemente al settore metalmeccanico. La presenza più datata è quella della “Awelco Inc. Production spa” insediatasi a Conza nel 1987: dà lavoro a 32 addetti e assieme alla “BIAIR Srl” (26 occupati, presente dal 1999) costituisce un unico gruppo che produce macchinari elettromeccanici.

BIAIR Technologies srl

Subito dopo per numero di occupati c’è “Condor Group spa”: qui sono 41 gli addetti impiegati dal 1998 nella realizzazione di ponteggi per l’edilizia. Presenza importante pure quella delle “Industrie Polieco – M.P.B. srl”: vi lavorano 38 persone nella produzione di tubi corrugati in polietilene per cavidotti, drenaggi e fognature. Le “Industrie Polieco” sono a Conza dal 2001 e nel 2014 i lavoratori sono stati in Contratto di solidarietà. “Attualmente – spiega Franco Fiordellisi, segretario Filctem Cgil – la produzione è intorno al 30% delle potenzialità e stiamo utilizzando la cassa integrazione dovuta alla forte crisi che ha colpito il settore edile e delle grandi opere infrastrutturali”. La realtà più piccola è invece quella della “IC Research srl”, a Conza dal 2005: impiega 5 persone nella fornitura di servizi di ricerca integrati. Un capitolo a parte merita la “SIVIS spa”: l’azienda, che dava lavoro a 46 addetti, è fallita. In 30 sono in mobilità, mentre 12 dipendenti sono stati assorbiti da “ArTi VETRO srl”, subentrata in fitto di ramo d’azienda.

Area industriale Conza della Campania

“Come accade a Morra, seppur con percentuali più basse – denuncia il primo cittadino Cappiello – spesso le fabbriche non danno lavoro a gente del posto e si assiste al fenomeno delle residenze “fittizie”. Operai e quadri del napoletano prendono casa qui, ma vivono altrove, solo per avere vantaggi nella selezione affidata ai centri per l’impiego. Bisognerebbe fissare ad esempio un minimo di cinque anni di residenza, prima di consentire l’iscrizione”.

Ciò che balza all’occhio qui è che gli impianti industriali si trovano proprio a ridosso dell’invaso della diga e dell’Oasi faunistica del WWf. Poche decine di metri separano i lotti dalla riva del lago artificiale. “Tenendo conto che a valle l’Acquedotto Pugliese ha attivato un potabilizzatore – spiega Fiordellisi – occorre estrema attenzione agli aspetti ambientali. Le produzioni industriali a Conza potrebbero avere un duplice impatto negativo, sia come scarichi in atmosfera – viste le produzioni “pesanti” insediate in loco -, che come reflui liquidi”.

Area industriale Conza della Campania

Riflettori puntati quindi sulla tutela dell’ambiente, e in particolare della risorsa acqua, in un’area che ha tutte le carte in regola per porsi da protagonista al centro di un discorso ragionato su turismo e sviluppo. C’è il sito archeologico di Compsa da valorizzare, il Contratto di fiume Ofanto in corso di definizione, la già citata Diga-Oasi Wwf. “Conza compare – continua Fiordellisi – nel polo “La Via del vino tra i castelli dell’Irpinia verde” e potrebbe beneficiare della valorizzazione a fini turistici, ma pure per il trasporto merci, della tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta e della stazione Conza-Andretta-Cairano, peraltro già usata come location dello SponzFest 2014”.

Franco Fiordellisi – segretario Filctem Cgil

Non esistono su carta progetti di rilancio dell’area industriale, eppure si ragiona di idroelettrico da produrre sull’invaso. “Ovviamente c’è bisogno di una corretta ponderazione e progettazione per evitare i problemi connessi con l’impatto sia degli impianti che delle reti di trasporto energetico, vanificando tutti gli sforzi fatti nell’ambito della promozione turistico-ambientale dell’area” – conclude il sindacalista Cgil che precisa: “I servizi, come i depuratori, devono continuare a produrre in loco”.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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