Evitare che il recovery plan per l’Irpinia si trasformi in una nuova legge 219. Lo dice a chiare lettere Stefano Carluccio della rete dei giovani per le aree interne e lo ribadisce Louis Stanco di Maps – Movimento attivo politico sociale nel corso del webinar “Recovery fund, Recovery Plan, Next generation Ue. Cosa farne?”
A confronto docenti e giovani, non soltanto irpini, che stanno provando a fare qualcosa per restare o tornare nei territori interne. Idee imprenditoriali sul piatto e policy allo studio, “perché – dice Giulio Traietta dalla Basilicata – nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono solo riferimenti a cose già note alla politica, non c’è lo sforzo di immaginare qualcosa di diverso, di innovativo, che magari altrove già funziona e che alcuni giovani stanno già realizzando”.
Carluccio spiega: “Se i fondi che arriveranno si investiranno con le stesse logiche del dopo terremoto per la legge 219/81 abbiamo perso la sfida. E’ un tema importante quello del come li spendiamo. Negli anni Ottanta i massimi riferimenti politici del tempo erano irpini e pensarono di usare quelle risorse per portare l’industria qua con tutto ciò che ne è disceso. Ora arriveranno il doppio dei fondi, ma una parte la mia generazione e quella dei nostri figli dovrà restituirla. Ci vorranno decenni per spendere tutto, visto la nostra lentezza nel farlo, e poi per restituire le somme. L’errore da non ripetere è dare fondi a chi non ha una storia imprenditoriale alle spalle o un serio business plan. Necessario invece investire in una rete pubblica e privata di spazi di coworking, ad esempio”.
Interviene pure la ricercatrice Giulia Sonzogno, uno dei volti già diventati simbolo della rete dei giovani delle aree interne. “Abbiamo aperto le iscrizioni a Rifai (leggi qui cos’è) per quindici giorni e tantissimi ci hanno scritto, c’è un grande bisogno di essere ascoltati e avere una voce. L’obiettivo è la scrittura partecipata di un documento sulle tematiche segnalate come chiave dai ragazzi, da presentare al ministro Provenzano e al comitato nazionale Aree interne. E’ fondamentale scambiarsi esperienze e capire che i problemi sono simili e sono possibili soluzioni comuni. Mentre finora le strategie sono state poco partecipate dai giovani, anche in Irpinia”. La giovane poi avverte: “Per le aree interne nel recovery plan sono previsti 1,5 miliardi di euro. Mentre per i giovani l’ultima bozza si parlava solo dell’1%. In Spagna è quasi il 18%. Abbiamo protestato, ma la crisi ha bloccato tutto, vediamo come va a finire”.
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