Regione, D’Amelio: ‘Sì alla buona sanità, no al petrolio’

La sua candidatura alle Regionali nella lista ufficiale del Partito Democratico non è stata mai veramente in discussione. Rosetta D’Amelio, consigliera regionale uscente, è di nuovo in campo e oggi inaugura il comitato elettorale di Avellino. Cinque anni dopo quelle 16mila preferenze che la fecero sedere come unica irpina tra i banchi dell’opposizione.
Onorevole, sarà lei la candidata da battere in queste Regionali? Anche per i suoi colleghi di partito?
Qui c’è solo una persona da battere e si chiama Stefano Caldoro. Il nostro obiettivo deve essere mandarlo a casa per archiviare un quinquennio disastroso, soprattutto per le aree interne.
Quindi non sente la competizione interna?
Il PD ha espresso quattro valide candidature, molto differenti tra loro. Io non parlerei di competizione interna: ognuno di noi rappresenta mondi diversi e ha storie diverse alle spalle. Io vengo da una storia di militanza, sono una donna di partito, che è stata nelle sezioni e come è noto non sostengo Renzi: gli riconosco la forza della gioventù, ma credo che il PD non debba smarrire la sua connotazione di partito di sinistra.
Candidature dalla genesi tormentata. Si registra ancora qualche strascico. Qual è il suo giudizio circa l’accaduto?
Credo che alla fin fine, si sia creato tanto rumore per nulla. Le candidature proposte dal segretario provinciale sono passate indenni al vaglio dei livelli regionale e nazionale che hanno confermato in toto quella lista. C’è stato uno scontro molto duro che ci ha costretti all’incertezza fino all’ultimo giorno utile. Ora però auspico una definitiva ricomposizione del quadro e invito tutti a lavorare per l’obiettivo finale, cioè la vittoria.
Al fotofinish si è registrato il clamoroso accordo programmatico tra Vincenzo De Luca e Ciriaco De Mita. Non tutti ne sono stati felici. Lei come l’ha presa?
E’ stato un accordo gestito direttamente dal candidato governatore. Io credo semplicemente che De Mita sia ritornato nella sua casa naturale, il centrosinistra, dopo la parentesi con Caldoro generata dai fatti del 2008. Il resto si vedrà.
Di poche parole. Mettiamo che il PD vinca e lei venga eletta. Da dove riparte il suo impegno per l’Irpinia?
Il giorno dopo l’elezione ripresenterò in Consiglio regionale la mia proposta di legge No Triv che prevedeva paletti precisi come il divieto di ricerche petrolifere in aree sismiche, con grandi risorse idriche e dalla vocazione agricola d’eccellenza. Poi la sanità. A Villamaina qualche settimana fa il consigliere di Renzi, Gelli, è stato chiaro: chiunque vincerà, Roma commissarierà la sanità campana perché in questi cinque anni non ci sono stati interventi seri, ma tagli lineari. Non ci vuole niente a tagliare e risanare i conti, se si mettono in ginocchio gli ospedali, si riduce l’assistenza e le liste di attesa raggiungono livelli indecorosi. Senza dimenticare il welfare. Oggi il Movimento 5 Stelle parla di reddito di cittadinanza, ma io da assessore lo avevo introdotto allocando risorse per 50 milioni di euro. Caldoro lo ha eliminato e va ripristinato, anzi credo che sia qualcosa su cui si debba ragionare seriamente anche a livello nazionale.
Un’ultima domanda: perché gli irpini dovrebbero votarla anche questa volta?
La gente nella mia persona ha trovato e troverà ancora l’esperienza e la competenza messe al servizio del territorio. In molti, anche in questi giorni, mi ripetono che di me apprezzano quella concretezza nel risolvere problemi e dare risposte che è tipico di chi è stato un amministratore, e nel mio caso specifico sindaco. Questo vale per l’Alta Irpinia e per il resto della provincia, senza distinzioni.

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