Rifiuti Pianodardine, M5S contro il biogestore

“No al biogestore anaerobico” – così gli attivisti del Meet up “Amici di Beppe Grillo” di Avellino che bocciano la delibera n. 76 del 3 settembre 2015 dell’amministrazione provinciale di Avellino riguardante l’“elenco annuale delle opere pubbliche 2015 – approvazione del documento preliminare alla progettazione per l’affidamento in concessione del biogestore anaerobico”. “Dopo tutte le battaglie fatte dal nostro gruppo e da molti Meet up irpini sul tema della gestione dei rifiuti nell’ottica della cosiddetta strategia Rifiuti Zero – commentano gli attivisti – non possiamo non esprimere il nostro più fermo disappunto rispetto ad una procedura finalizzata alla realizzazione e gestione, presso l’impianto STIR in località Pianodardine, di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica derivante dal ciclo di gestione dei rifiuti solidi urbani. I digestori sono identici a qualsiasi impianto a biomasse/biogas. Il prodotto del processo di fermentazione della frazione organica non è compost ma un digestato che è, a tutti gli effetti, un rifiuto. Sparso sui terreni, li avvelenerebbe, rappresentando una vera bomba ecologica. Siamo certi che la realizzazione di questa opera non sia stata dettata da inconfessabili interessi speculativi connessi all’affare biogas, un affare rappresentato dall’enorme quota di incentivi statali che vengono erogati per la produzione del biogas/biometano”. “Ancora una volta – continua il gruppo attivo – ci ritroviamo a dover contrastare una decisione già presa senza la partecipazione dei cittadini e senza un’adeguata informazione. Viste le criticità ambientali che già insistono sul nostro territorio, chiediamo all’amministrazione provinciale di desistere dalla realizzazione di tale impiantistica che si avvale di una tecnologia inquinante ed impattante ed auspichiamo anche un coinvolgimento del Comune di Avellino”. “Nel contempo è nostra intenzione porre in essere una serie di info point per tenere i cittadini informati perché un’alternativa a questo scempio esiste e si chiama compostaggio aerobico. E’ economico sul mercato ed innocuo per l’ambiente. Anzi è addirittura benefico poiché garantisce la restitutio ad integrum del contenuto organico alla terra che ce lo ha fornito. La salute dei cittadini non è in vendita. Noi non ci arrendiamo” – concludono gli attivisti.

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